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- Title
- Videointervista a Pier Giorgio Paladini
- Author
- Laugelli, Lucio
- Text
- Pier Giorgio Paladini Videointervista (Lucio Laugelli) a PIER GIORGIO PALADINI (1941), impiegato, Villa del Foro, 22.5.015. Pier Giorgio Paladini Nato in Alessandria, dal 1973 in paese per seguire la moglie (insegnante Giovanna Villa) di Villa del Foro, ha assimilato le usanze campagnole locali Pier Giorgio Paladini La vita in paese: quasi tutte le famiglie autosufficienti, con orto, pollaio, quelli più abbienti anche stalla (allevamento bovini). Pier Giorgio Paladini Paese abbastanza popoloso, un tempo aveva tre forni, poi man mano si è andato spopolando. Oggi è abitato da molti pendolari che non hanno alcun rapporto col paese: vanno e vengono come fantasmi… Pier Giorgio Paladini Di qui la crisi della comunità, che una volta si concentrava attorno alla Chiesa e alla Soms. Dolorosa perdita delle radici comunitarie Pier Giorgio Paladini Le vigne d’una volta: produzione per l’autoconsumo, il primo vino più curato, poi la “meschietta” di pochi gradi che i contadini si portavano dietro in campagna Pier Giorgio Paladini I cibi. Alla festa, cappelletti in brodo o agnolotti; abitualmente molti minestroni, assai gustosi data l’abbondanza di verdure dell’orto Pier Giorgio Paladini Dolci delle feste: paste bianche, baci di dama, il “tortone” enorme, con pasta lievitata e uvetta Pier Giorgio Paladini La festa patronale di S. Varena: grande pranzo coi parenti. Una Santa vivandiera della Legione Tebea: andati anche in pellegrinaggio a Zurzach in Svizzera dove c’è il suo santuario Pier Giorgio Paladini Paese con qualche ospite illustre come il prof. Rapetti. Rammarico per il suo abbandono della scultura, però la sua produzione poetica che tratteggia i personaggi del paese sarà immortale
- Date
- 2015
- Type
- MovingImage
- Title
- Videointervista a Giuseppe Verzetti - Gipòt (1° parte)
- Author
- Raiteri, Piero
- Text
- Giuseppe Verzetti Videointervista (Piero Raiteri) a GIUSEPPE VERZETTI Gipòt (1925), contadino, Villa del Foro, 22.5.015. (PRIMA PARTE) Giuseppe Verzetti Alimentazione tradizionale fra le due guerre: non c’era l’abbondanza, ma non si faceva neanche la fame. Ogni famiglia aveva l’orto e allevava qualche gallina e qualche coniglio Giuseppe Verzetti Una sua parente faceva i capponi e li andava a vendere in città, comperando merluzzo e acciughe. Dolci delle feste: ra pula per Pasqua e er crumbòt per Natale Giuseppe Verzetti In paese erano attivi due forni: uno sulla strada per Oviglio, l’altro in via Maestra, dirimpetto al fiume. Si panificava in casa una volta alla settimana e si portava a cuocere al forno. Forme di pane più usate: cagnulen, vianeiza, navet con 4 curgnùa Giuseppe Verzetti La mostarda fatta col mosto di vino, con dentro pezzi di zucca e di frutta (fichi verdi, pere) Giuseppe Verzetti D’inverno si consumava l’areng cotto sulla brace, con contorno di insalata di cipolla cotta; il sarac, grossa acciuga affumicata; i pavron mujà nei graspi, conservati in grosse pentole di coccio, a strati Giuseppe Verzetti Molto usata anche la bagna cauda, sia in famiglia che fra amici Giuseppe Verzetti Al ribòti, cene invernali in compagnia, a base di lepre, maiale ecc. Giuseppe Verzetti Vigne in paese: due o tre per famiglia. Zone vitate: Cirano, Bogliole, San Damiano, Groppello: terre un po’ rosse adatte a produrre barbera, lambrusca, senren-na. Uve da pasto: moscato d’Amburgo, alienga. Vino Mericanen, rosatello Giuseppe Verzetti Si vinificava ad uso famiglia: dopo il primo vino, il secondo smuovendo i graspi e aggiungendo acqua e zucchero; poi terzo vino: mes-cia senza gradi, da bere subito (buona con le castagne cotte)
- Date
- 2015
- Type
- MovingImage