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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.93
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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s’arrangia. Fare le due o le tre in quelle stalle a giocare a settino un gioco interessante a farlo con i soldini Medeo di Tamanari, paura di perdere si coricava nella greppia ad annusare quelle merde. Dieci dodici gradi erano i vini della Villa quelli dei tini migliori, delle bottiglie in fila speciali quelli del Sivano, posizione buona quelli di san Damiano ci vuole il canto dell’usignolo, che li suoni
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Date
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2016
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.33
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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da rompere due vacchette piemontesi magre e male assortite. Veniva da Oviglio con l’asino a vendere l’aceto proprio di questi giorni, fillossera su per giù. botti e damigiane aspettano il vino nuovo prosciugate le ultime bottiglie trebbiando i covoni. Non lo dicono per la vergogna, annacquato o prosciugati bicchierone in mezzo al tavolo bevevano tutti riempivano d’acqua fresca tirata su dal pozzo un dito
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Date
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2016
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Type
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.27
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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Text
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di affollare i tavoli della Bella Rosina: questo il nome della piòla, in onore della prosperosa e furba proprietaria. Piatti fumanti di trippa per colazioni sostanziose innaffiate da tante bottiglie di vino o di birra. Ma è l’ostessa l’anima del commercio e l’oggetto del desiderio di quegli uomini: vedovi e malmaritati che non lesinano complimenti e manate sul sedere. Capaci anche, a dispetto
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Date
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2016
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Type
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text