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(1 - 16 of 16)
- Title
- Aguaplano - pag.5
- Author
- Conte, Paolo
- Text
- Non ho una lira, questa è la realtà… scusa, paga tu… scusa, paga tu… Non si guadagna con le note «blue»… du-du-du du-du-du… Ancora un’altra caccia apache, la silenziosa caccia apache… donna che sai di vincere tu, offri di più… Che vuoto, che grande vuoto, non ho sentieri in questa città… che mani, che belle mani, falle parlare ancora con me…
- Date
- 1987
- Type
- text
- Title
- La malora - pag.79
- Author
- Fenoglio, Beppe
- Text
- doppio sul lavoro e Tobia si lasciò prender dall'onta e mi fissò un premio di tre scudi, a darmeli dopo i raccolti. Cosí potevo fare un po' piú bella figura e dare qualche soddisfazione a Fede; come quella volta che la portai a Cappelletto a veder la lanterna magica di quell 'uomo di Roddino, e per due soldi a testa ci vedemmo la caccia alla volpe e la donna che faceva correre
- Date
- 1954
- Type
- Text
- Title
- Fiabe piemontesi - pag.33
- Author
- Arpino, Giovanni
- Text
- la voce del vecchino, lo prega di aver altrettanto e così succede. Ma poi il vecchio comanda che la nave si trasformi in un palazzo, sulla riva del mare, un palazzo più bello di quello del re. E la nave si àncora, si trasforma in palazzo e intorno vi è un bosco con ogni sorta di uccelli, e lepri e quaglie e mille altri animali. Cosa accade? Che il re, padre della ragazza, viene un giorno a caccia
- Date
- 1982
- Type
- Text
- Title
- Fiabe piemontesi - pag.59
- Author
- Arpino, Giovanni
- Text
- ragazza, ma stracciati come cani rognosi. Il principe gli domanda: « Come riuscite a mangiare e bere? ». E loro: « Andiamo a caccia, e all'anno risparmiamo mille lire». Il principe li giudica troppo ricchi, gli dona una moneta d'oro e se ne va. Da quella spiaggia arriva ad un bosco, trova una caverna e sente parlare, chiama, risponde una vecchina coperta da una pelle d'orso e dice
- Date
- 1982
- Type
- Text
- Title
- Fiabe italiane - pag.44
- Author
- Calvino, Italo
- Text
- d'andare a caccia, era di nuovo lì, e stettero a guardarsi per due ore; e questa volta oltre a sorrisi, inchini e riverenze, si misero anche una mano sul cuore e poi sventolarono a luogo i fazzoletti. Il terzo giorno il Principe si fermò tre ore e si mandarono anche un bacio sulla punta delle dita. Il quarto giorno era lì come sempre, quando da dietro a un albero fece capolino una Masca e si mise
- Date
- 1993
- Type
- Text
- Title
- Fiabe italiane - pag.49
- Author
- Calvino, Italo
- Text
- 139 lo scudo del Principe con lo stemma della famiglia, la bandiera del Principe e il suo giubbetto giallo, quello trafitto e insanguinato -. E avuti questi tre oggetti se ne andò. Dopo tre giorni, il figlio del Re era di nuovo a caccia. Passò sotto il castello in mezzo al bosco ma non levò neppure gli occhi alla finestra della Principessa. Lei prese subito il libro, lo sfogliò, e il Principe
- Date
- 1993
- Type
- Text
- Title
- Rane, la carne della risaia (Parte 1). Un sessantottino a caccia di rane nel novarese
- Author
- Porporato, Davide, Ghiardo, Luca
- Text
- Rane, la carne della risaia (parte 1). Un sessantottino a caccia di rane nel novarese. Mauro Caneparo 35 anni informatico in Pavesi Mauro Caneparo Dopoguerra: povertà e alimentazione ripetitiva Mauro Caneparo Carpe in carpione Mauro Caneparo I tempi cambiano: il Sessantotto Mauro Caneparo Rane, la carne dei poveri Mauro Caneparo La rana è entrata in me con il latte materno Mauro Caneparo Brodo
- Date
- 2015
- Type
- MovingImage
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.207
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- Più prosaico anche se efficace, e certamente più pertinente al nostro discorso sul cibo spontaneo, il riferimento a un’immaginaria scorpacciata di carne di lepre pronunciato da Bastiàn durante una battuta di caccia e pesca lungo il fiume invernale: Son mèiz ch’ui gira ’r j’an-nji, pusau e s-ciòp der vòti fin ra lìaver ch’ra va ar galòp Bastiàn ra vig a giac, contra ra riva «Vig zà ’r siguli frizi
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.205
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- , tenendo comunque conto dell’appartenenza di molti di loro a entrambe le categorie. Né va dimenticata la collaborazione prestata dai cani all’attività venatoria, cui l’autore non manca di dedicare alcuni titoli in ossequio a un progetto poetico onnicomprensivo e totalizzante dichiarato in vari momenti del suo lunghissimo percorso compositivo. La stagione della caccia iniziava a fine estate, terminati
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fiabe piemontesi - pag.64
- Author
- Arpino, Giovanni
- Text
- un grosso albero cavo, lei lo vede questo albero cavo, pensa: "Mi ficco lì dentro". Si nasconde, l'albero si rinchiude, e in fondo le lascia un buco in cui può passare una pagnotta di pane. Il figlio del re va a caccia, i cani si mettono a correre a correre. Va lì, al principio di questa boscaglia, e aiutami gambe, corre dietro ai cani, ma dopo non li vede più, passa un po
- Date
- 1982
- Type
- Text
- Title
- Fiabe italiane - pag.29
- Author
- Calvino, Italo
- Text
- regina, non voleva rassegnarsi. Erano nati tre cuccioli alla sua cagna da caccia preferita, e li diede ai tre figli: - Portateli alle vostre fidanzate e tornerete a prenderli tra un mese: chi l'avrà allevato meglio sarà regina. Dopo un mese si vide che il cane della fornaia era diventato un molosso grande e grosso, perché il pane non gli era mancato; quello della tessitrice, tenuto
- Date
- 1993
- Type
- Text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.143
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- meridionali per poi tornare in quelle settentrionali ai primi caldi, mentre altre popolazioni sono stanziali. Tra le tante opportunità di cibo gratuito offerto dalle pratiche venatorie, quello della cattura e uccisione di piccoli uccelli rappresentava una forma di caccia facile da praticare, poiché non prevedeva l’impiego di armi da fuoco, ma solo, e non sempre, l’utilizzo di trappole, reti e fionde
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.191
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- da scavalcare, ragazzi a caccia. Una voglia da penare così, rubarle ai signori la gola, per dispetto, una fame smodata mi ricordo che un mattino hanno chiamato il vigile sospetti, hanno negato tutti di sapere, difficile. Mollata lì, bravate di balilla ai tempi il prete una ramanzina, il maestro da sempre ma nessuno a spiegare il perché al cuore ribelle cresciuti capito da soli, l’anima e la pelle. Vendere
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.61
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- quel mosto. Settembre, tempo della caccia il gatto scappava se lo vede lì in mezzo quello dal fucile tirava: «Bastiano, c’è il gatto appeso a quell’alberone!» Dice che eliminino le quaglie, a cacciare sono capaci. Dolino a parlargli di gatti si arrabbiava il cacciatore, quello vecchio, la legge la conosceva lui, uno che gli piace il cane, vederlo sulla traccia entrare nel volo di pernici, su una lepre
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.50
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- e le tecniche di simili attività venatorie, dimenticando che l’uomo rappresenta il vertice della piramide di una catena alimentare in cui l’apporto calorico della carne, riferito alla dieta di contadini poveri come quelli descritti nella poesia, proveniva in massima parte da ‘cibo gratuito’ come la selvaggina o i pesci. Nell’elencarci i dettagli sui vari strumenti di cattura utilizzati in questa caccia
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.204
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- / Tanaro regala, le terre bisogna lavorarle.) 12. Le stagioni della caccia L’ambiente naturale esteso intorno al Tanaro, il bosco fluviale o isra tante volte cantato nei versi, offriva un tempo spazi vitali non solo alla fauna avicola, ma anche a una variegata quantità di altri animali selvatici (mammiferi, rettili, insetti) cui il poeta dedica almeno un titolo nello scorrere della sua sterminata
- Date
- 2016
- Type
- text