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(1 - 18 of 18)
- Title
- Aguaplano - pag.5
- Author
- Conte, Paolo
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- Non ho una lira, questa è la realtà… scusa, paga tu… scusa, paga tu… Non si guadagna con le note «blue»… du-du-du du-du-du… Ancora un’altra caccia apache, la silenziosa caccia apache… donna che sai di vincere tu, offri di più… Che vuoto, che grande vuoto, non ho sentieri in questa città… che mani, che belle mani, falle parlare ancora con me…
- Date
- 1987
- Type
- text
- Title
- La malora - pag.79
- Author
- Fenoglio, Beppe
- Text
- doppio sul lavoro e Tobia si lasciò prender dall'onta e mi fissò un premio di tre scudi, a darmeli dopo i raccolti. Cosí potevo fare un po' piú bella figura e dare qualche soddisfazione a Fede; come quella volta che la portai a Cappelletto a veder la lanterna magica di quell 'uomo di Roddino, e per due soldi a testa ci vedemmo la caccia alla volpe e la donna che faceva correre
- Date
- 1954
- Type
- Text
- Title
- La malora - pag.55
- Author
- Fenoglio, Beppe
- Text
- coppie di sposi delle nostre parti sarebbero ben contente d'avercene uno nella stanza da letto. Il nostro padrone era fuori del banco, parlava da in piedi a un suo amico seduto al chiaro presso la vetrina, discorrevano di fucili da caccia di chissà che valore. Tobia gli chiese scusa e disse che eravamo passati solo per dargli il saluto e vedere se gli bisognava qualcosa dal Pavaglione
- Date
- 1954
- Type
- Text
- Title
- Fiabe piemontesi - pag.33
- Author
- Arpino, Giovanni
- Text
- la voce del vecchino, lo prega di aver altrettanto e così succede. Ma poi il vecchio comanda che la nave si trasformi in un palazzo, sulla riva del mare, un palazzo più bello di quello del re. E la nave si àncora, si trasforma in palazzo e intorno vi è un bosco con ogni sorta di uccelli, e lepri e quaglie e mille altri animali. Cosa accade? Che il re, padre della ragazza, viene un giorno a caccia
- Date
- 1982
- Type
- Text
- Title
- Fiabe italiane - pag.44
- Author
- Calvino, Italo
- Text
- d'andare a caccia, era di nuovo lì, e stettero a guardarsi per due ore; e questa volta oltre a sorrisi, inchini e riverenze, si misero anche una mano sul cuore e poi sventolarono a luogo i fazzoletti. Il terzo giorno il Principe si fermò tre ore e si mandarono anche un bacio sulla punta delle dita. Il quarto giorno era lì come sempre, quando da dietro a un albero fece capolino una Masca e si mise
- Date
- 1993
- Type
- Text
- Title
- Fiabe italiane - pag.49
- Author
- Calvino, Italo
- Text
- 139 lo scudo del Principe con lo stemma della famiglia, la bandiera del Principe e il suo giubbetto giallo, quello trafitto e insanguinato -. E avuti questi tre oggetti se ne andò. Dopo tre giorni, il figlio del Re era di nuovo a caccia. Passò sotto il castello in mezzo al bosco ma non levò neppure gli occhi alla finestra della Principessa. Lei prese subito il libro, lo sfogliò, e il Principe
- Date
- 1993
- Type
- Text
- Title
- Rane, la carne della risaia (Parte 1). Un sessantottino a caccia di rane nel novarese
- Author
- Porporato, Davide, Ghiardo, Luca
- Text
- Rane, la carne della risaia (parte 1). Un sessantottino a caccia di rane nel novarese. Mauro Caneparo 35 anni informatico in Pavesi Mauro Caneparo Dopoguerra: povertà e alimentazione ripetitiva Mauro Caneparo Carpe in carpione Mauro Caneparo I tempi cambiano: il Sessantotto Mauro Caneparo Rane, la carne dei poveri Mauro Caneparo La rana è entrata in me con il latte materno Mauro Caneparo Brodo
- Date
- 2015
- Type
- MovingImage
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.207
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- Più prosaico anche se efficace, e certamente più pertinente al nostro discorso sul cibo spontaneo, il riferimento a un’immaginaria scorpacciata di carne di lepre pronunciato da Bastiàn durante una battuta di caccia e pesca lungo il fiume invernale: Son mèiz ch’ui gira ’r j’an-nji, pusau e s-ciòp der vòti fin ra lìaver ch’ra va ar galòp Bastiàn ra vig a giac, contra ra riva «Vig zà ’r siguli frizi
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.205
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- , tenendo comunque conto dell’appartenenza di molti di loro a entrambe le categorie. Né va dimenticata la collaborazione prestata dai cani all’attività venatoria, cui l’autore non manca di dedicare alcuni titoli in ossequio a un progetto poetico onnicomprensivo e totalizzante dichiarato in vari momenti del suo lunghissimo percorso compositivo. La stagione della caccia iniziava a fine estate, terminati
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fiabe piemontesi - pag.8
- Author
- Arpino, Giovanni
- Text
- bestie da mantenere. Per fortuna, il figlio di un principe, andando a caccia, si smarrì in quella boscaglia e domandò alloggio in quella capanna. La giovane esitava, ma l'altro era così gentile che lei accettò. Notata la bellezza della giovane, il figlio del principe la voleva sposare, ma lei rispose: « Non posso lasciare i miei fratelli. Devo badare a loro ». Lui giurò che si sarebbe incaricato
- Date
- 1982
- Type
- Text
- Title
- Fiabe italiane - pag.29
- Author
- Calvino, Italo
- Text
- regina, non voleva rassegnarsi. Erano nati tre cuccioli alla sua cagna da caccia preferita, e li diede ai tre figli: - Portateli alle vostre fidanzate e tornerete a prenderli tra un mese: chi l'avrà allevato meglio sarà regina. Dopo un mese si vide che il cane della fornaia era diventato un molosso grande e grosso, perché il pane non gli era mancato; quello della tessitrice, tenuto
- Date
- 1993
- Type
- Text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.191
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- da scavalcare, ragazzi a caccia. Una voglia da penare così, rubarle ai signori la gola, per dispetto, una fame smodata mi ricordo che un mattino hanno chiamato il vigile sospetti, hanno negato tutti di sapere, difficile. Mollata lì, bravate di balilla ai tempi il prete una ramanzina, il maestro da sempre ma nessuno a spiegare il perché al cuore ribelle cresciuti capito da soli, l’anima e la pelle. Vendere
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.43
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- ci sono i pulcini gridato sono corsi, un bastone, ha toccato terra visti gli occhi, delle penne dritte, sbattere e alzarla. Le è caduto il pulcino, ma sanguinava scampato un minuto, la chioccia svolazzava con la gamba legata allo spago sembrava matta tirata dal picchetto, dei versi che assorda. Viene se ha i piccoli nel nido, bisogna ben che mangino caccia i passerotti, lì in mezzo si arrangiano Nando le ha preso
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.50
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- e le tecniche di simili attività venatorie, dimenticando che l’uomo rappresenta il vertice della piramide di una catena alimentare in cui l’apporto calorico della carne, riferito alla dieta di contadini poveri come quelli descritti nella poesia, proveniva in massima parte da ‘cibo gratuito’ come la selvaggina o i pesci. Nell’elencarci i dettagli sui vari strumenti di cattura utilizzati in questa caccia
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.204
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- / Tanaro regala, le terre bisogna lavorarle.) 12. Le stagioni della caccia L’ambiente naturale esteso intorno al Tanaro, il bosco fluviale o isra tante volte cantato nei versi, offriva un tempo spazi vitali non solo alla fauna avicola, ma anche a una variegata quantità di altri animali selvatici (mammiferi, rettili, insetti) cui il poeta dedica almeno un titolo nello scorrere della sua sterminata
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.206
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- ’ che ne ha vista una, vuole scovarla/ sentiero dell’Izrot va a Belbo, dalla riserva/ attento a combinare qualche malefatto, finire in galera./ Meglio prendere il burchiello, andare lungo le rive/ di là non si può tirare? Di qua potevi/ gambali, giaccone, fucile nel sacco, remo e reti/ permesso di caccia e pesca con quello della sete.) 17 Tocca ancora a Giuzèp ’d Mimi renderci partecipi dell’emozione
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.210
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- Se a quel tempo le donne erano di fatto escluse da pratiche sportive come caccia e pesca, ben diverso risultava invece il loro ruolo in una delle più diffuse ricerche di cibo spontaneo, quella delle erbe e delle piante commestibili. L’immagine di contadine ritratte mentre camminano reggendo in testa un grosso fagotto pieno di fienagione con cui nutrire gli animali da cortile sono tipiche di tutta la pittura
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.208
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- come travaglio), gli uomini potevano ritemprarsi e ritrovare un loro personale senso di libertà e spensieratezza infantile in attività divertenti come la pesca, la caccia o le varie ricerche di prodotti commestibili gratuiti. Per muoversi sicuri e ottenere dei risultati occorreva tuttavia possedere una precisa conoscenza dell’ambiente naturale e dei fenomeni ad esso legati, dovuti al variare delle condizioni
- Date
- 2016
- Type
- text