Search results
(1 - 13 of 13)
- Title
- La malora - pag.79
- Author
- Fenoglio, Beppe
- Text
- doppio sul lavoro e Tobia si lasciò prender dall'onta e mi fissò un premio di tre scudi, a darmeli dopo i raccolti. Cosí potevo fare un po' piú bella figura e dare qualche soddisfazione a Fede; come quella volta che la portai a Cappelletto a veder la lanterna magica di quell 'uomo di Roddino, e per due soldi a testa ci vedemmo la caccia alla volpe e la donna che faceva correre
- Date
- 1954
- Type
- Text
- Title
- La malora - pag.55
- Author
- Fenoglio, Beppe
- Text
- coppie di sposi delle nostre parti sarebbero ben contente d'avercene uno nella stanza da letto. Il nostro padrone era fuori del banco, parlava da in piedi a un suo amico seduto al chiaro presso la vetrina, discorrevano di fucili da caccia di chissà che valore. Tobia gli chiese scusa e disse che eravamo passati solo per dargli il saluto e vedere se gli bisognava qualcosa dal Pavaglione
- Date
- 1954
- Type
- Text
- Title
- Fiabe piemontesi - pag.59
- Author
- Arpino, Giovanni
- Text
- ragazza, ma stracciati come cani rognosi. Il principe gli domanda: « Come riuscite a mangiare e bere? ». E loro: « Andiamo a caccia, e all'anno risparmiamo mille lire». Il principe li giudica troppo ricchi, gli dona una moneta d'oro e se ne va. Da quella spiaggia arriva ad un bosco, trova una caverna e sente parlare, chiama, risponde una vecchina coperta da una pelle d'orso e dice
- Date
- 1982
- Type
- Text
- Title
- Fiabe italiane - pag.49
- Author
- Calvino, Italo
- Text
- 139 lo scudo del Principe con lo stemma della famiglia, la bandiera del Principe e il suo giubbetto giallo, quello trafitto e insanguinato -. E avuti questi tre oggetti se ne andò. Dopo tre giorni, il figlio del Re era di nuovo a caccia. Passò sotto il castello in mezzo al bosco ma non levò neppure gli occhi alla finestra della Principessa. Lei prese subito il libro, lo sfogliò, e il Principe
- Date
- 1993
- Type
- Text
- Title
- Fiabe italiane - pag.37
- Author
- Calvino, Italo
- Text
- in un agnello. E la sorella si trovò sola con undici buoi e un agnello a cui dare da mangiare tutti i giorni. Accadde che un Principe che andava a caccia si smarrì nel bosco, capitò alla casa della ragazza e se ne innamorò. Le disse che voleva sposarla, ma lei rispose che doveva pensare ai suoi fratelli buoi e non poteva lasciarli. Il Principe portò al palazzo lei con tutti i fratelli: la ragazza diventò
- Date
- 1993
- Type
- Text
- Title
- Rane, la carne della risaia (Parte 1). Un sessantottino a caccia di rane nel novarese
- Author
- Porporato, Davide, Ghiardo, Luca
- Text
- Rane, la carne della risaia (parte 1). Un sessantottino a caccia di rane nel novarese. Mauro Caneparo 35 anni informatico in Pavesi Mauro Caneparo Dopoguerra: povertà e alimentazione ripetitiva Mauro Caneparo Carpe in carpione Mauro Caneparo I tempi cambiano: il Sessantotto Mauro Caneparo Rane, la carne dei poveri Mauro Caneparo La rana è entrata in me con il latte materno Mauro Caneparo Brodo
- Date
- 2015
- Type
- MovingImage
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.207
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- Più prosaico anche se efficace, e certamente più pertinente al nostro discorso sul cibo spontaneo, il riferimento a un’immaginaria scorpacciata di carne di lepre pronunciato da Bastiàn durante una battuta di caccia e pesca lungo il fiume invernale: Son mèiz ch’ui gira ’r j’an-nji, pusau e s-ciòp der vòti fin ra lìaver ch’ra va ar galòp Bastiàn ra vig a giac, contra ra riva «Vig zà ’r siguli frizi
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.143
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- meridionali per poi tornare in quelle settentrionali ai primi caldi, mentre altre popolazioni sono stanziali. Tra le tante opportunità di cibo gratuito offerto dalle pratiche venatorie, quello della cattura e uccisione di piccoli uccelli rappresentava una forma di caccia facile da praticare, poiché non prevedeva l’impiego di armi da fuoco, ma solo, e non sempre, l’utilizzo di trappole, reti e fionde
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.37
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- con cui si riusciva a catturare il pesce nei periodi di ‘fregola’. La stagione invernale offriva tuttavia altre opportunità di procurarsi cibo gratuito, alternando la caccia alla pesca, e sempre nel clima di amichevole svago condiviso da uomini momentaneamente sollevati dai duri impegni dei lavori agricoli. I versi finali della poesia, dove il protagonista Pietro impara a pescare le carpe usando come esca
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.191
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- da scavalcare, ragazzi a caccia. Una voglia da penare così, rubarle ai signori la gola, per dispetto, una fame smodata mi ricordo che un mattino hanno chiamato il vigile sospetti, hanno negato tutti di sapere, difficile. Mollata lì, bravate di balilla ai tempi il prete una ramanzina, il maestro da sempre ma nessuno a spiegare il perché al cuore ribelle cresciuti capito da soli, l’anima e la pelle. Vendere
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.43
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- ci sono i pulcini gridato sono corsi, un bastone, ha toccato terra visti gli occhi, delle penne dritte, sbattere e alzarla. Le è caduto il pulcino, ma sanguinava scampato un minuto, la chioccia svolazzava con la gamba legata allo spago sembrava matta tirata dal picchetto, dei versi che assorda. Viene se ha i piccoli nel nido, bisogna ben che mangino caccia i passerotti, lì in mezzo si arrangiano Nando le ha preso
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.204
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- / Tanaro regala, le terre bisogna lavorarle.) 12. Le stagioni della caccia L’ambiente naturale esteso intorno al Tanaro, il bosco fluviale o isra tante volte cantato nei versi, offriva un tempo spazi vitali non solo alla fauna avicola, ma anche a una variegata quantità di altri animali selvatici (mammiferi, rettili, insetti) cui il poeta dedica almeno un titolo nello scorrere della sua sterminata
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.208
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- come travaglio), gli uomini potevano ritemprarsi e ritrovare un loro personale senso di libertà e spensieratezza infantile in attività divertenti come la pesca, la caccia o le varie ricerche di prodotti commestibili gratuiti. Per muoversi sicuri e ottenere dei risultati occorreva tuttavia possedere una precisa conoscenza dell’ambiente naturale e dei fenomeni ad esso legati, dovuti al variare delle condizioni
- Date
- 2016
- Type
- text