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- Title
- Fiabe italiane - pag.40
- Author
- Calvino, Italo
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- io come fare a prenderli. Faccia mettere la carne a cento lire la libbra. Chi l'andrà a comperare sarà il ladro. Il Re fa mettere la carne a cento lire la libbra, e nessuno comprava più carne. Finalmente gli dicono che a una macelleria è andato a comprar carne un frate. Portacalcina disse: - Era certo Cric o Croc travestito.
- Date
- 1993
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- Text
- Title
- I penultimi - pag.13
- Author
- Fenoglio, Beppe
- Text
- I PENULTIMI 155 volta: - Di me si può veramente dire che ho troppa carne al fuoco. 4 Stava proprio seduto sotto il platano, le mani vuote ma pazienti, gli occhi leggermente acquosi fissi al grosso del paese, quando sentii la sedia cigolare straordinariamente e voltandomi vidi il nonno erto come una spada e bianco come un cencio. 5 - La nonna è ancora a letto? - mi domandò con un fil di voce
- Date
- 1978
- Type
- Text
- Title
- Fiabe piemontesi - pag.38
- Author
- Arpino, Giovanni
- Text
- , il quale teneva alla catena un leone e un cavallo selvatico. Disse al giovane: «Un giorno dai carne ad uno e fieno all'altro, e il giorno dopo chi ha avuto carne dovrà avere fieno». Ma il novello servo sbagliò e fu cacciato, il suo posto fu preso dal secondo fratello che tuttavia sbagliò anche lui e dovette lasciare quel palazzo e quel lavoro, dove si provò il terzo. Per fortuna di quest'ultimo
- Date
- 1982
- Type
- Text
- Title
- I penultimi - pag.8
- Author
- Fenoglio, Beppe
- Text
- perché tu capisca a che punto siamo: son due settimane che il nonno non mangia carne. 3 Ora tu sai esattamente a che punto siamo. Forza, zio Gilio. Un pò di quello che hai sottomano : casse di sapone, barilotti d'anice e magari un mulo tutto intero. In questa ansiosa attesa il tuo affezionatissimo nipote...» 4 Poi cercai la zia Elsa e le domandai quanto ci voleva di francobollo per scrivere ai soldati
- Date
- 1978
- Type
- Text
- Title
- La malora - pag.28
- Author
- Fenoglio, Beppe
- Text
- , e siccome per il vino gli ballavano gli occhi e le mani fece una legatura che quelli prima di metà strada saran dovuti scendere a rifarla. Ginotta era salita a baciare suo padre nel letto, io facevo conto che sua madre l'avesse accompagnata di sopra e cosí entrai franco in cucina per pigliarmi dei pezzi di carne avanzati e andarli a nascondere nel paglione e mangiarmeli poi nella notte o alla mattina
- Date
- 1954
- Type
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.214
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- fra il nostro presente e l’ambiente naturale e umano cantato nella sua poesia: Parloma nèint dl’autr’an ma ’d tèimp qué-’ndrìara mond difarèint da ist, in autra sfìara pan, carn, marlìs, pulèinta, avu ’n prufìm ausanda ’n quèrcc ’t capivi nazà ra fim! (Non parliamo dello scorso anno ma di tempi addietro/ mondo differente da questo, un’altra sfera/ pane, carne, merluzzo, polenta, avevano un profumo/ alzando
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fiabe piemontesi - pag.17
- Author
- Arpino, Giovanni
- Text
- la mia coda e piantala nel giardino: vi spunteranno tre spade. Mangia la mia carne con tua moglie e avrai tre figli. Dà le ossa alla tua cagna e avrai tre cuccioli. Dà le lische alla tua cavalla e avrai tre puledri. Pianta i miei occhi in un vaso di fiori e nasceranno tre garofani. Dopodiché seguita a pescare, avrai fortuna e diventerai un gran signore ». Di lì a tre mesi nascono tre cagnolini, di lì a nove
- Date
- 1982
- Type
- Text
- Title
- Fiabe piemontesi - pag.26
- Author
- Arpino, Giovanni
- Text
- che aprano una finestrella nella stanza del drago, poi fatti dare un forchettone lungo, un carro di pane, carne, confetti. Va e dagliene finché ne vuole, finché muove la coda. Allora insegnagli a leggere, imparerà subito ». La ragazza obbedì, e così insegnò a leggere al drago. Vedendo questa meraviglia tutti la festeggiarono, dan- 91
- Date
- 1982
- Type
- Text
- Title
- Fiabe piemontesi - pag.15
- Author
- Arpino, Giovanni
- Text
- che la lisca le esce dalla bocca. Grate, le streghe vogliono ricambiare e trasformano la fanciulla di gesso in fanciulla di carne e ossa, la battezzano Rosafiori moglie dell’imperatore, e soltanto a chi l’avesse chiamata con questo nome la bella avrebbe risposto. Rosafiori andò al letto della madre che vedendola viva e vera subito guarì. Così fecero le nozze e Rosafiori diventò regina. Ma dopo tre o quattro
- Date
- 1982
- Type
- Text
- Title
- Fiabe italiane - pag.41
- Author
- Calvino, Italo
- Text
- 131 Adesso mi travesto anch'io e vado per le case come un mendicante. Chi mi dà da mangiare della carne, gli faccio un segno rosso sul portone e le guardie lo troveranno. Ma quando fece il segno rosso sulla casa di Cric, il ladro se ne accorse e andò a segnare di rosso tutte le altre porte della città, così non si capiva più niente. Portacalcina disse al Re: - Non gliel'ho detto
- Date
- 1993
- Type
- Text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.32
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- ancur ch’ ut briza a siè ’mzó trè ’r capè e ra camìza. L’aceto è un liquido acido ottenuto grazie all’azione di batteri del genere Acetobacter, che in presenza di aria ossidano l’etanolo contenuto nel vino, o in altre bevande alcooliche fermentate. Poiché impedisce ai microrganismi di svilupparsi, viene utilizzato per mettere sottaceto carne, pesce, frutta, funghi, e molti ortaggi, come cipolle
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.41
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- che accompagnava l’arrivo sulla tavola della carne di maiale sotto forma di salami, salamini, salsicce, cotechini. Il poeta conosce per esperienza diretta quel mondo della penuria e della sobrietà contadina, per cui non compie celebrazioni fasulle dei ‘buoni cibi d’una volta’, ma chiude la poesia con un brusco richiamo alla memoria storica: non idealizziamo il passato contadino che voleva dire
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.50
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- e le tecniche di simili attività venatorie, dimenticando che l’uomo rappresenta il vertice della piramide di una catena alimentare in cui l’apporto calorico della carne, riferito alla dieta di contadini poveri come quelli descritti nella poesia, proveniva in massima parte da ‘cibo gratuito’ come la selvaggina o i pesci. Nell’elencarci i dettagli sui vari strumenti di cattura utilizzati in questa caccia
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.205
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- risorse derivate dall’allevamento domestico (compresi latte e uova) piuttosto che a una loro diretta fruizione. Si comprende perciò come l’apporto calorico della carne potesse trovare alternative stimolanti ed economiche, oltre il pescato, nelle più gustose e ricche carni offerte dalla selvaggina. Un folto gruppo di nuovi personaggi, i cacciatori, viene così ad affiancarsi a quello dei pescatori
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.128
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- i ritratti di alcuni personaggi che questa osteria di Ernesta della Boida frequentavano, non tanto per il vino, quanto per la grande, inesausta fame di carne. Bastiano e Mario del Plicon sono figure che tornano in varie altre poesie di Rapetti, personaggi entrati nella memoria collettiva come i ‘grandi mangioni’: Mai vist mangè parigg, dùai gèint da scmesa… (mai visto mangiare così, due tipi da scommessa
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.210
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- frittini bisogna impastarle/ meglio in frittata, uova, carne, e tritarle./ Spuntavano quando venivano le rugiade di primavera/ col sole caldo nel grano non puoi lasciarle/ fanno quel pa26 27 Ibidem. Er duneti, r751. 208
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.202
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- melmoso) del fiume, la sua carne poteva assumere un fastidioso gusto di fanghiglia (la carpa la sa ’d nita, la carpa sa di fanghiglia, si diceva di solito) per cui risultava opportuno spurgarle tenendole per qualche giorno ancora vive dentro un recipiente di acqua pulita. Capitava a volte, passata la piena del Tanaro, di trovarne un gran numero intrappolate dentro buche o fossi dopo il ritiro
- Date
- 2016
- Type
- text