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Title
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Rane, la carne della risaia (Parte 2). Dal tempo quotidiano al tempo festivo
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Author
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Porporato, Davide, Ghiardo, Luca
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Rane, la carne della risaia (parte 2). Dal tempo quotidiano al tempo festivo. Mauro Caneparo Quando si portavano a casa le rane Mauro Caneparo La rana può essere cucinata (rane fritte, in pastella, al pomodoro, ripiene, in carpione, brodo di rane Mauro Caneparo La rana era la carne dei poveri Mauro Caneparo Il ghiaccio Mauro Caneparo Le donne anziane pescavano le rane, non i mariti! Mauro
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Date
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2015
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Type
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MovingImage
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Title
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Parole d'amore scritte a macchina - pag.3
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Author
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Conte, Paolo
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MA SI T’A VO’ SCURDÀ Oggi non ho voglia di patate ogni sfizio non c’è più, ogni sfizio non c’è più… tanto per gradire, qualche briciola… ma lo sfizio non c’è più, ma lo sfizio non c’è più… Mangiar dovresti, ammazzu stu penziere, carne arrosto e’ caribù, carne arrosto e’ caribù… va ’bbuono nu bicchiere e’ vino niro?... E per non penzarci più, è per non penzarci cchiù… Ma si t’a vo’ scurdà
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Date
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1990
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Type
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text
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Title
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Fiabe piemontesi - pag.22
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Author
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Arpino, Giovanni
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, leoni, bisce grosse una gamba. Mirabé consiglia alla ragazza di portare con sé del burro per ungere le porte e della carne, e questa gli dà retta. Passa la prima porta, uhuhuhu fà il lupo e lei gli dà la carne, il lupo si calma. Passa la seconda porta, orrrr fa il leone, lei gli dà la carne e il leone si acquieta. Quando poi è dentro la casa della maga non mangia niente di ciò che questa le offre
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Date
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1982
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Type
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Title
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Rane, la carne della risaia (Parte 1). Un sessantottino a caccia di rane nel novarese
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Author
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Porporato, Davide, Ghiardo, Luca
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Rane, la carne della risaia (parte 1). Un sessantottino a caccia di rane nel novarese. Mauro Caneparo 35 anni informatico in Pavesi Mauro Caneparo Dopoguerra: povertà e alimentazione ripetitiva Mauro Caneparo Carpe in carpione Mauro Caneparo I tempi cambiano: il Sessantotto Mauro Caneparo Rane, la carne dei poveri Mauro Caneparo La rana è entrata in me con il latte materno Mauro Caneparo Brodo
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Date
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2015
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Type
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MovingImage
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Title
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La malora - pag.28
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Author
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Fenoglio, Beppe
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, e siccome per il vino gli ballavano gli occhi e le mani fece una legatura che quelli prima di metà strada saran dovuti scendere a rifarla. Ginotta era salita a baciare suo padre nel letto, io facevo conto che sua madre l'avesse accompagnata di sopra e cosí entrai franco in cucina per pigliarmi dei pezzi di carne avanzati e andarli a nascondere nel paglione e mangiarmeli poi nella notte o alla mattina
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Date
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1954
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Type
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Title
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Il fagiolo di Villata. Un fagiolo da salvare
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Author
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Ghiardo, Luca, Ramazio, Beatrice
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di nicchia, da salvare Umberto Uga Cucinare il fagiolo, panissa, fritun Umberto Uga Il contadino mangiava i prodotti del suo orto Umberto Uga Rane, la carne dei poveri Umberto Uga Villata paese di braccianti, piccole cascine Umberto Uga Semina del fagiolo Umberto Uga Manzoneria Umberto Uga Importanza del maiale Umberto Uga Simbiosi mais fagiolo Umberto Uga La fasola ha grandi dimensioni Umberto Uga
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Date
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2015
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Type
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MovingImage
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Title
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Videointervista a Giuseppe Verzetti - Gipòt (2° parte)
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Author
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Raiteri, Piero
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Giuseppe Verzetti Videointervista (Piero Raiteri) a GIUSEPPE VERZETTI Gipòt (1925), contadino, Villa del Foro, 22.5.015. (SECONDA PARTE) Giuseppe Verzetti Cunvinè voleva dire aggiungere bicchiere di vino nelle minestre (sirbì) Giuseppe Verzetti Agnolotti di stufato a Carnevale: si comprava la carne di cavallo a Solero Giuseppe Verzetti Si mangiava anche il gatto, d’inverno: si teneva 8 gg
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Date
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2015
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Type
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MovingImage
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Title
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Fiabe piemontesi - pag.17
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Author
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Arpino, Giovanni
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la mia coda e piantala nel giardino: vi spunteranno tre spade. Mangia la mia carne con tua moglie e avrai tre figli. Dà le ossa alla tua cagna e avrai tre cuccioli. Dà le lische alla tua cavalla e avrai tre puledri. Pianta i miei occhi in un vaso di fiori e nasceranno tre garofani. Dopodiché seguita a pescare, avrai fortuna e diventerai un gran signore ». Di lì a tre mesi nascono tre cagnolini, di lì a nove
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Date
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1982
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Type
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Title
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Fiabe piemontesi - pag.50
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Author
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Arpino, Giovanni
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la mangia. Torna Tramontano e fa: « Sento odore di carne di cristiano ». La sposa lo prega: «Non mangiarmi, sono alla ricerca di mio marito, il figlio del re ». Tramontano la risparmia, anzi alla mattina le dona una mandorla dicendole di non schiacciarla se non in caso di gran bisogno. Poi la manda da suo fratello Maestrale, per aver notizie del figlio del re. Lei infila il secondo paio di scarpe di ferro
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Date
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1982
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Type
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Text