Search results
-
-
Title
-
I penultimi - pag.13
-
Author
-
Fenoglio, Beppe
-
Text
-
I PENULTIMI 155 volta: - Di me si può veramente dire che ho troppa carne al fuoco. 4 Stava proprio seduto sotto il platano, le mani vuote ma pazienti, gli occhi leggermente acquosi fissi al grosso del paese, quando sentii la sedia cigolare straordinariamente e voltandomi vidi il nonno erto come una spada e bianco come un cencio. 5 - La nonna è ancora a letto? - mi domandò con un fil di voce
-
Date
-
1978
-
Type
-
Text
-
-
Title
-
I penultimi - pag.8
-
Author
-
Fenoglio, Beppe
-
Text
-
perché tu capisca a che punto siamo: son due settimane che il nonno non mangia carne. 3 Ora tu sai esattamente a che punto siamo. Forza, zio Gilio. Un pò di quello che hai sottomano : casse di sapone, barilotti d'anice e magari un mulo tutto intero. In questa ansiosa attesa il tuo affezionatissimo nipote...» 4 Poi cercai la zia Elsa e le domandai quanto ci voleva di francobollo per scrivere ai soldati
-
Date
-
1978
-
Type
-
Text
-
-
Title
-
La malora - pag.28
-
Author
-
Fenoglio, Beppe
-
Text
-
, e siccome per il vino gli ballavano gli occhi e le mani fece una legatura che quelli prima di metà strada saran dovuti scendere a rifarla. Ginotta era salita a baciare suo padre nel letto, io facevo conto che sua madre l'avesse accompagnata di sopra e cosí entrai franco in cucina per pigliarmi dei pezzi di carne avanzati e andarli a nascondere nel paglione e mangiarmeli poi nella notte o alla mattina
-
Date
-
1954
-
Type
-
Text
-
-
Title
-
La malora - pag.67
-
Author
-
Fenoglio, Beppe
-
Text
-
di prenderti una servente. - che se te ne parlavo tu mi caricavi di nomi e magari di botte. Ma che uomo sei se non t 'accorgi che avevo bisogno d'una servente per tirare avanti? M'hai sempre adoperata come se fossi una macchina di ferro, ma adesso vedi che son solo di carne e d'ossa . Lui si piegò sul letto e ridendo le disse: - Ma hai paura di morire? - Son pronto a giurare
-
Date
-
1954
-
Type
-
Text
-
-
Title
-
La malora - pag.50
-
Author
-
Fenoglio, Beppe
-
Text
-
dere in grazia, o anche solo mettermi in vista, dal padrone del Pavaglione che era superiore anche a Tobia. E ci tirai il colpo una volta che venne su per togliersi mezza giornata d'in farmacia e s'era ricordato del cane, gli aveva portato una cartata di carne che, dopo un giro sul fuoco, ci si saremmo gettati sopra io e anche i figli di Tobia. Data un'occhiata alla terra
-
Date
-
1954
-
Type
-
Text