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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.32
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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ancur ch’ ut briza a siè ’mzó trè ’r capè e ra camìza. L’aceto è un liquido acido ottenuto grazie all’azione di batteri del genere Acetobacter, che in presenza di aria ossidano l’etanolo contenuto nel vino, o in altre bevande alcooliche fermentate. Poiché impedisce ai microrganismi di svilupparsi, viene utilizzato per mettere sottaceto carne, pesce, frutta, funghi, e molti ortaggi, come cipolle
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Date
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2016
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.50
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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e le tecniche di simili attività venatorie, dimenticando che l’uomo rappresenta il vertice della piramide di una catena alimentare in cui l’apporto calorico della carne, riferito alla dieta di contadini poveri come quelli descritti nella poesia, proveniva in massima parte da ‘cibo gratuito’ come la selvaggina o i pesci. Nell’elencarci i dettagli sui vari strumenti di cattura utilizzati in questa caccia
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Date
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2016
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Type
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.204
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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narrazione, quasi a voler creare una sorta di ‘bestiario’ interno all’opera, affiancabile a un eventuale ipotetico ‘erbario’ componibile raccogliendo invece i titoli dedicati a erbe e piante. Il consumo di carne dei suoi compaesani, come in generale quello di tutte le popolazioni contadine dell’epoca, risultava piuttosto scarso nonostante la presenza di animali allevati nei cortili e nelle stalle
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Date
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2016
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Type
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.210
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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frittini bisogna impastarle/ meglio in frittata, uova, carne, e tritarle./ Spuntavano quando venivano le rugiade di primavera/ col sole caldo nel grano non puoi lasciarle/ fanno quel pa26 27 Ibidem. Er duneti, r751. 208
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Date
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2016
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Type
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.202
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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melmoso) del fiume, la sua carne poteva assumere un fastidioso gusto di fanghiglia (la carpa la sa ’d nita, la carpa sa di fanghiglia, si diceva di solito) per cui risultava opportuno spurgarle tenendole per qualche giorno ancora vive dentro un recipiente di acqua pulita. Capitava a volte, passata la piena del Tanaro, di trovarne un gran numero intrappolate dentro buche o fossi dopo il ritiro
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Date
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2016
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Type
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text