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Title
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I penultimi - pag.8
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Author
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Fenoglio, Beppe
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perché tu capisca a che punto siamo: son due settimane che il nonno non mangia carne. 3 Ora tu sai esattamente a che punto siamo. Forza, zio Gilio. Un pò di quello che hai sottomano : casse di sapone, barilotti d'anice e magari un mulo tutto intero. In questa ansiosa attesa il tuo affezionatissimo nipote...» 4 Poi cercai la zia Elsa e le domandai quanto ci voleva di francobollo per scrivere ai soldati
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Date
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1978
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Title
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La malora - pag.28
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Fenoglio, Beppe
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, e siccome per il vino gli ballavano gli occhi e le mani fece una legatura che quelli prima di metà strada saran dovuti scendere a rifarla. Ginotta era salita a baciare suo padre nel letto, io facevo conto che sua madre l'avesse accompagnata di sopra e cosí entrai franco in cucina per pigliarmi dei pezzi di carne avanzati e andarli a nascondere nel paglione e mangiarmeli poi nella notte o alla mattina
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Date
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1954
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Title
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La malora - pag.67
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Author
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Fenoglio, Beppe
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di prenderti una servente. - che se te ne parlavo tu mi caricavi di nomi e magari di botte. Ma che uomo sei se non t 'accorgi che avevo bisogno d'una servente per tirare avanti? M'hai sempre adoperata come se fossi una macchina di ferro, ma adesso vedi che son solo di carne e d'ossa . Lui si piegò sul letto e ridendo le disse: - Ma hai paura di morire? - Son pronto a giurare
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Date
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1954
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Title
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La malora - pag.50
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Author
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Fenoglio, Beppe
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dere in grazia, o anche solo mettermi in vista, dal padrone del Pavaglione che era superiore anche a Tobia. E ci tirai il colpo una volta che venne su per togliersi mezza giornata d'in farmacia e s'era ricordato del cane, gli aveva portato una cartata di carne che, dopo un giro sul fuoco, ci si saremmo gettati sopra io e anche i figli di Tobia. Data un'occhiata alla terra
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Date
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1954
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Title
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Fiabe piemontesi - pag.50
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Author
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Arpino, Giovanni
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la mangia. Torna Tramontano e fa: « Sento odore di carne di cristiano ». La sposa lo prega: «Non mangiarmi, sono alla ricerca di mio marito, il figlio del re ». Tramontano la risparmia, anzi alla mattina le dona una mandorla dicendole di non schiacciarla se non in caso di gran bisogno. Poi la manda da suo fratello Maestrale, per aver notizie del figlio del re. Lei infila il secondo paio di scarpe di ferro
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Date
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1982
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Title
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Videointervista a Giovanna Pero Verzetti (1° parte)
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Author
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Raiteri, Piero
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Giovanna Pero Verzetti Videointervista (Piero Raiteri) a GIOVANNA PERO VERZETTI (1937), casalinga, Alessandria, 20.5.2015 (PRIMA PARTE) Giovanna Pero Verzetti Una volta c’era poco o niente da mangiare. Ricordo, quand’ero bambina, che mia mamma diceva: la carne la lasciamo a loro (i maschi della famiglia) che lavorano, così noi a cà a favu dla crivéla! (ridendo). E giù insalate di verze
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Date
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2015
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MovingImage
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.41
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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che accompagnava l’arrivo sulla tavola della carne di maiale sotto forma di salami, salamini, salsicce, cotechini. Il poeta conosce per esperienza diretta quel mondo della penuria e della sobrietà contadina, per cui non compie celebrazioni fasulle dei ‘buoni cibi d’una volta’, ma chiude la poesia con un brusco richiamo alla memoria storica: non idealizziamo il passato contadino che voleva dire
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Date
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2016
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Title
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Una cipolla che fa comunità. La cipolla di Fontaneto e Cureggio
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Author
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Porporato, Davide, Ghiardo, Luca, Abisso Matinella, Lidia
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più elevata rispetto ad altre, una ricchezza di gusto e di profumo particolare, sembrano non rinvenire come per altre cipolle che sono insistenti nel retrogusto e si presta ad un ottimo abbinamento con i piatti di carne: il suo sapore si esalta con piatti che sono piatti legati alla tradizione contadina della nostra cucina. Per esempio, il Tapilòn, la Rustija… il Tapilòn, forse più tipico di Borgomanero
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Date
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2014
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MovingImage
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.210
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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frittini bisogna impastarle/ meglio in frittata, uova, carne, e tritarle./ Spuntavano quando venivano le rugiade di primavera/ col sole caldo nel grano non puoi lasciarle/ fanno quel pa26 27 Ibidem. Er duneti, r751. 208
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Date
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2016
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Type
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text