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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.157
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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Cinquanta, cento per volta ne comprava dice che la foglia in mezzo te la regalava la facevano buona le vacche, i conigli e i porcellini d’india gli ha portato a casa la razza suo fratello Pierino. Diventavi giallo come una verza che va in malora non ci fosse il vino a dare il rosso, come il belletto che colora riso o sfoglia, brodo di cavoli e lasagnette la pastasciutta suona la baudetta 50
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Date
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2016
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.47
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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abbia il verme, ma è crivella lavora per mangiare, per la padella. Si riprendevano ’sti mesi d’inverno con delle ribotte a casa sempre verze e cavoli, che son verze due volte. La cena che han ferrato l’anno, un vino come l’olio era pieno fin sopra le orecchie. Mario nessuno ci caga nel portafoglio giusto come il proverbio, «meglio caricarlo che riempirlo». Due mani d’acciaio, la pelle conciata alle intemperie
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Date
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2016
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Type
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.158
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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parlè coi mòrt dan nein rispòsti, vèira, ma l’è ’n cunfòrt j’amìz der discusion, di tèimp ’d na vòta cà dl’òst Gianein der Camp, facc na ribòta. Giulio, contadino, militante comunista, con la tessera del partito a sedici anni. Tanti sogni e ideali nella testa e un’avversione fisica, nello stomaco, nei confronti dei cavoli. Perché? Le verze sentite come discriminante di classe, cibo dei poveretti
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Date
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2016
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Type
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.147
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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d’inverno, cenato verso le quattro polenta e cavoli, hai fame dopo due ore. «Prima del militare e dopo» Pierino ti racconta a casa sua, nella sua stalla, il vino a brenta Gino, Ceschino, tutti quelli della leva gente che mangiare e cantare manco a uno pesa. Gino faceva risuonare i soldi nelle tasche coricato sul pagliericcio, negli occhi la burla: «Senti, ha il culo pesante!» Ceschino diceva
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Date
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2016
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Type
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text