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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.157
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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Cinquanta, cento per volta ne comprava dice che la foglia in mezzo te la regalava la facevano buona le vacche, i conigli e i porcellini d’india gli ha portato a casa la razza suo fratello Pierino. Diventavi giallo come una verza che va in malora non ci fosse il vino a dare il rosso, come il belletto che colora riso o sfoglia, brodo di cavoli e lasagnette la pastasciutta suona la baudetta 50
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Date
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2016
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Type
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.155
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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erano, tutti signori penso. L’inverno era una verza grossa come la Villa tutti mangiavano’sta foglia, sei mesi di fila lo sai senza entrare in casa a guardare la tavola ne puzzava il fiato del gatto, del cane che abbaia. Minestra di cavoli a mezzogiorno, di verze alla sera verze e crauti con una polenta dura dei mesi, sette giorni alla settimana, aria fissa dicono che purga il sangue, dalla ruggine, fa orinare
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Date
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2016
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Type
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.151
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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Text
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Le verze dei borgorattini Riso e verze o riso e cavoli bolle la pignatta aprendo l’uscio di casa sai di cosa si tratta lo preferisci con le tagliatelle? o con le lasagnette? il brodo di verze puoi convinarlo, fa l’occhio del maiale. Il primo piatto mangialo anche insipido, l’altro convinalo fa bene, fa digerire, a mezzogiorno e a cena hai ancora fame? ci sono le verze da fare in insalata
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Date
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2016
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Type
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text