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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.163
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- caratteristico del rione Rocca, ma poi diventato cibo rituale di tutto il paese, in tutti i paesani di questa torta tradizionale è rimasto vivido il ricordo e la nostalgia. Il cibo è affettività, è dono di sé; la ricetta non basta per ‘riuscire bene’: oltre a latte, uova, formaggio, pangrattato, pepe e spezie, ci vuole amore, assieme alla sapienza tradizionale accumulata, generazione dopo generazione
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- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.47
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- traslocare di là per lui sarebbe andare in ferie ma il verme se c’è, se ha l’anima, ’sto solitario quelli del paradiso, si guardino le ali. Nel linguaggio contadino, ‘essere pieno’ equivale a essere rimpinzato di cibo e/o di vino, ma per dare maggiore enfasi al concetto, si ricorre a un’immagine che rimanda a termini del lessico agricolo: bercan-ni e stantarùari sono pertiche e paletti che, innestati
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.7
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- PREMESSA ANTONELLA EMINA Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile (IRCrES-CNR) Le cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti che costituiscono questo volume raccontano i bisogni primari e le espressioni di una società povera e semplice, che nel mangiare e nel bere vede principalmente mezzi di sopravvivenza al cui conseguimento dedicare la fatica quotidiana. Nondimeno, il buon cibo
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.8
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- e le condizioni di povertà diffusa di quel periodo storico favoriscono il ricorso al cibo spontaneo come forma di sostentamento e come modalità di relazione uomo-natura, venutasi a deteriorare a partire dalla metà del Novecento. Chiude il volume una bibliografia che rimanda principalmente alle fonti utilizzate per il presente lavoro, ma intende anche segnalare al lettore strumenti di approfondimento
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- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.197
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- di concretezza che, oltre ai sapori e profumi di un grappolo d’uva matura colto al mattino, enumera gli attrezzi e le fasi della vinificazione riscoprendo quei gesti antichi, necessari, per compiere quel miracolo che è il cibo naturale autoprodotto, con sapienza, amore e rispetto: il pane, la polenta, il vino. Il ‘tuo’ vino, fatto coi piedi e sèinsa vilein. [FC] 195
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.214
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- clino verso l’estinzione e l’oblio. In comune con il grande poeta-regista-scrittore friulano, oltre all’età anagrafica essendo entrambi del ’22, il rigore etico, l’appartenenza politica e soprattutto la vocazione estetica nel saper cogliere poesia e bellezza nel mondo dei poveri, degli umili e degli emarginati. Per questo anche l’aspetto apparentemente secondario di un discorso sul cibo spontaneo
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- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.209
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- . Proprio a un peggioramento delle condizioni meteorologiche seguito poi da schiarite e giornate di bel tempo era legata una delle raccolte di cibo spontaneo più facile, accessibile anche ai bambini in quanto praticabile a pochi passi da casa, lungo i fossi del paese. Andare in cerca di lumache frugando tra l’erba o la sterpaglia ancora fradicia di pioggia presentava qualche inconveniente come bagnarsi
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.143
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- meridionali per poi tornare in quelle settentrionali ai primi caldi, mentre altre popolazioni sono stanziali. Tra le tante opportunità di cibo gratuito offerto dalle pratiche venatorie, quello della cattura e uccisione di piccoli uccelli rappresentava una forma di caccia facile da praticare, poiché non prevedeva l’impiego di armi da fuoco, ma solo, e non sempre, l’utilizzo di trappole, reti e fionde
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.142
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- con er man an scòsa. Fighirti der maznà stufi der ravi uardu ’nt u tond, ien dl’aut, cme ’cc can cor bavi ciciavu j’òs, lapavu i dì, muzivu mèinter che ’nsima ai cup ’r mari pianzivu. Questi versi potrebbero provocare qualche sconcerto nei moderni animalisti, perché il cibo spontaneo qui offerto gratuitamente da Madre Natura è composto da poveri uccelletti indifesi (patan) sottratti dai nidi e finiti
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.6
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- 92 96 100 104 108 112 114 118 122 126 130 132 136 140 144 148 152 156 160 164 168 172 176 182 186 188 190 194 Ambiente naturale e opportunità di cibo spontaneo nella poesia di Giovanni Rapetti – Piero Milanese 197 Inventario del corpus poetico di Giovanni Rapetti 213 Fonti bibliografiche e discografiche Bibliografia Discografia 241
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- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.111
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- raccolto, l’hanno spuntata più di dieci quintali per moggia, pagati i debiti mangi vitello e vacca se vivi a credito. Alda ha preso i soldi della settimana da sua madre le ha comprato due lenzuola, le federe, care d’inverno facevano le asole e ricamavano camicie e ’sti pizzi che usavano. La seconda parte della poesia non presenta riferimenti al cibo ma, prendendo spunto da questo lavoro femminile
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.151
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- in Tanaro, o alla meglio mescolati in qualche impasto per nutrire gli animali della stalla. Il giudizio finale del poeta su questo cibo rimane tuttavia positivo, ed espresso con la consueta punta di malcelata nostalgia. [PM] 149
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.107
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- alle insalate oppure cotti a vapore e poi mangiati conditi con olio e sale. Gli steli fiorali raccolti a inizio marzo, previa leggera bollitura, possono arricchire il sapore delle frittate, così come gli asparagi selvatici. Un gustoso esempio di utilizzo in campo culinario viene citato nei versi dove la borragine veniva messa in tavola insieme a un altro cibo povero della tradizione, la polenta, pure
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.162
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- che questo cibo particolarissimo comunica all’intera comunità: tutti fanno a gara a confezionarlo, ogni famiglia con la sua ricetta particolare, ma poi tutti in fila a cuocerlo, presso il forno pubblico del paese. 52 r0897. Copia di testo dattiloscritto su foglio A4, s.d. (ma 1990). Dodici quartine di endecasillabi a rima baciata. 160
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- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.174
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- , i riferimenti al cibo e alla alimentazione a volte possono risultare marginali, ma non per questo meno interessanti o significativi. È il caso dell’arancia, l’agrume più diffuso nell’inverno, oggi acquistabile a prezzi popolari in qualunque supermercato o banchetto di fruttivendolo, ma scarsissimamente consumato, benché italianissimo, dai personaggi raccontati in questi versi: Maznà mangiavu ra pèl der
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.54
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- di svago anche per gli adulti. Soprattutto forniva la disponibilità di un cibo ghiotto e nutriente da alternare a quelli consueti (poveri) dell'alimentazione quotidiana. L'impiego culinario delle lumache prevedeva tuttavia alcune operazioni preliminari da far inorrideire gli odierni animalisti. I moderni libri di cucina sono ancora più crudelmente espliciti. ln seguito allo 'spurgo
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.207
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- Più prosaico anche se efficace, e certamente più pertinente al nostro discorso sul cibo spontaneo, il riferimento a un’immaginaria scorpacciata di carne di lepre pronunciato da Bastiàn durante una battuta di caccia e pesca lungo il fiume invernale: Son mèiz ch’ui gira ’r j’an-nji, pusau e s-ciòp der vòti fin ra lìaver ch’ra va ar galòp Bastiàn ra vig a giac, contra ra riva «Vig zà ’r siguli frizi
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.212
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- e quelle da medicina/ medico e farmacista il sole e la luna./ Più scienza da donne, l’uomo semina/ conosce quelle infestanti, gramigna e avena/ la donna fa questi decotti che ti rinfrescavano/ parente di sangue delle lune la discutevano) 31. Prima di concludere la trattazione sul cibo gratuito offerto da Madre Natura è doveroso rivolgere un breve accenno alle bacche e ai frutti spontanei, che pur non rappresentando
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.204
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- d’angoscia.) 10. Concludiamo questo breve excursus sulla ricerca di cibo spontaneo attraverso la pesca (il poeta tratta l’argomento in maniera molto più estesa) citando alcuni versi dove si evidenzia il senso di dipendenza ma anche di gratitudine manifestato dai suoi personaggi verso il fiume. «Tanaro elargisce doni, mentre la terra bisogna lavorarla» afferma infatti uno di loro. Ra banfa ’d Tani e ’r fond
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.213
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- trasportati dagli uccelli o mescolati al letame normalmente sparso sulle colture. A conclusione di questa trattazione sul cibo spontaneo, reperibile in natura dagli abitanti dell’allora piccola comunità agricola di Villa del Foro, occorre sottolineare come tale argomento risulti marginale nella sterminata produzione poetica dell’autore in questione, poiché ben altre erano state le tematiche a ispirarlo
- Date
- 2016
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