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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.209
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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. Proprio a un peggioramento delle condizioni meteorologiche seguito poi da schiarite e giornate di bel tempo era legata una delle raccolte di cibo spontaneo più facile, accessibile anche ai bambini in quanto praticabile a pochi passi da casa, lungo i fossi del paese. Andare in cerca di lumache frugando tra l’erba o la sterpaglia ancora fradicia di pioggia presentava qualche inconveniente come bagnarsi
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Date
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2016
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.82
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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, di fronte al loro palazzo distrutto dalle bombe, senza più una casa dove abitare, si vedono costretti a sfollare nel paese d’origine per chiedere ospitalità a qualche parente. Se già in tempi normali l’approvvigionamento di cibo poteva presentare qualche problema, ben altri se ne aggiungevano durante il periodo bellico, dovuti al razionamento, alle sanzioni, all’ammasso dei generi alimentari imposto
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Date
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2016
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.162
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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che questo cibo particolarissimo comunica all’intera comunità: tutti fanno a gara a confezionarlo, ogni famiglia con la sua ricetta particolare, ma poi tutti in fila a cuocerlo, presso il forno pubblico del paese. 52 r0897. Copia di testo dattiloscritto su foglio A4, s.d. (ma 1990). Dodici quartine di endecasillabi a rima baciata. 160
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Date
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2016
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.79
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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, per l’etica contadina del lavoro e dell’economia (risparmio sfiorante talvolta l’avarizia) non sia concepibile che un accattone (na lingìara) che va elemosinando e dice di aver fame, rifiuti del pane perché duro e storca il muso di fronte all’offerta della fetta di polenta. La quartina finale compendia questa filosofia e riafferma la sacralità del cibo conquistato con il sudore: vita grama, tempi duri
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Date
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2016
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.146
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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a brèinta Ginu, Ciuscòtu, ticc cuilà dra lìava gèint che mangè e cantè manc ien ch’ai grìava. Ginu fava sunè i sòd an gaiòfa cruià ’nsima ’r berchet, ant j’ùagg ra bòfa: «Sèinti, l’à ’r chì pezant!» Ciuscòtu diva l’era u signàl previst, cucdein partiva. In questa poesia i riferimenti al cibo risultano secondari rispetto all’argomento trattato, e compaiono come accenni solo in alcuni versi. L’umile
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Date
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2016
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.114
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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opportunità di ‘cibo gratuito’ elargito da Madre Natura alla non certo ricca mensa contadina. 38 r0753, copia del testo dattiloscritto su foglio A4, s.d. (ma 1986)]. Nove quartine di endecasillabi a rima baciata. Già pubblicata su LT: 90-91. 112
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Date
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2016
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Type
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.150
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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o cavoli-verza venivano coltivate di preferenza nel vicino paese di Borgoratto (berguratein, gli abitanti) grazie a caratteristiche chimiche del terreno più adatte allo scopo. Già nella prima quartina il poeta invita a immaginare l’impatto olfattivo subito da chiunque entri in un ambiente dove si sta procedendo alla loro cottura. Cibo in ogni caso (nonostante l’odore) buono e appetitoso, facilmente adattabile
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Date
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2016
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Type
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text