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Pages
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- Evidenti tracce di felicità - pag.11
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- Yo Yo Mundi, Archetti Maestri, Paolo Enrico, Merico, Eugenio, Rapetti, Giovanni
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- Annusiamo le parole prima di affondare i denti Non diremo più certe parole, le paure sono stolte, vili, incanto Come l’anima che secca anche quando piove Annusiamo le parole Annusiamo le parole Annusiamo le parole…
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- 2016
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- Title
- Paolo Conte - pag.3
- Author
- Conte, Paolo
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- LA TOPOLINO AMARANTO Oggi la benzina è rincarata è l'estate del quarantasei un litro vale un chilo d’insalata, ma chi ci rinuncia? A piedi chi va? L’auto: che comodità! Sulla Topolino amaranto… su, siedimi accanto, che adesso si va. Se le lascio sciolta un po’ la briglia mi sembra un’Aprilia, e rivali non ha. E stringe i denti la bionda, si sente una fionda e abbozza un sorriso ah, che fifa
- Date
- 1975
- Type
- text
- Title
- Paolo Conte - pag.4
- Author
- Conte, Paolo
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- ’ la briglia mi sembra un’Aprilia, rivali non ha. E stringe i denti la bionda, si sente una fionda e abbozza un sorriso con la fifa che c’è in lei, ma sulla Topolino amaranto si va ch’è un incanto nel quarantasei Topolino Topolino Ma sulla Topolino amaranto si va ch’è un incanto nel quarantasei…
- Date
- 1975
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.105
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- Vermi sottili come il refe, lunghi due centimetri uscivano dall’altro buco, con l’altro profumo ma se era il male del nodo 34, partivi allora a Gilio è morto un figlio, una placca in gola! Le tonsille gonfiano sovente però guarivi tocca tirare le ghiandole, i denti scricchiolavi dicevano che andava fatto al calare dell’ora al tramonto, sale la febbre, luna pastora La bestia nera
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.169
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- il forno. Due concorrenti con il forno, Cino e Cagnoli paura uno dell’altro fallo senza parole se verranno quelli dell’Annonaria avranno i denti cantiamo «Vinceremo» col muso tinto. Quando trebbiavano il grano, se potevano, tutti ne imboscavano quelli dell’annonaria orbi, quando lo vuotavano il misuratore pieno toccava solo incurvarlo non segnava nulla, scaricarlo e di nuovo riempirlo. 167
- Date
- 2016
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- Title
- Munfrâ - pag.8
- Author
- Yo Yo Mundi, Archetti Maestri, Paolo Enrico, Martino, Fabio, Salameh, Nabil
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- che poco prima di sera avrà ingravidato la luna piena. I solchi dell’aratro visti qui dall’alto sembrano i sorrisi di bocche senza denti. Vedrai, vedrai quest’anno avremo un bel raccolto di nuvole e i fienili gonfi di pezzi di cielo.
- Date
- 2011
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- Evidenti tracce di felicità - pag.10
- Author
- Yo Yo Mundi, Archetti Maestri, Paolo Enrico, Merico, Eugenio, Rapetti, Giovanni
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- di lavanda E la banda che non suona più la folle, folle danza al ballo dei serpenti Annusiamo le parole Annusiamo le parole Annusiamo le parole prima di affondare i denti Gran raccolto è la nostra vita e queste dita che si tendono sorelle Crescono gemelle come la vite Poi l’amore è fatuo, fragile, immorale, impoverito, andato Ma tu rimani lieve a bocca spalancata il seme ingenuo della tua risata Annusiamo
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- 2016
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- I penultimi - pag.10
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- Fenoglio, Beppe
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- che, sebbene non ci fosse un refolo di vento gli aliavano sulla fronte cosi convessa da far senso, la sua bocca torta e violacea sopra il mento scarnificato. 3 Sebbene il posto fosse solitario, non avevo paura, sapevo che discorso mi avrebbe tenuto e non mi lasciava mai a denti secchi. Stavolta mi porse una treccia di liquirizia lunga come mezzo frustino. 4 - Che cosa starà facendo a quest'ora
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- 1978
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- La malora - pag.26
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- Fenoglio, Beppe
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- solo e non perdere tempo -. E difatti non ci stavo attento, ma dopo un po', che eravamo ben avanti nel pranzo, sentii la voce di Tobia calare calare e poi rompersi finché Tobia pianse. Noi restammo tutti coi denti fermi e la padrona gli domandò cos'aveva visto. - Niente, - disse la sorella di Tobia la piú vecchia, - è solo il vino che è sceso fino a toccargli il cuore. - Sí sí, - disse
- Date
- 1954
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- Poeti in piemontese del novecento. Buronzo Vincenzo (estratto) - pag.9
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- Tesio, Giovanni, Malerba, Albina
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- . // La terza, è la Denciona della Ferraccia / la cui bocca è un rastrello per stoppie / e gramigne, e se a denti stretti ride / somiglia a una mula eccitata. / A ogni abbraccio, a ogni sospiro ardente, / risponde mordendo con tenerezza. // Quando si incontrano si forma tra loro un 183
- Date
- 1990
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- Title
- Fiabe italiane - pag.10
- Author
- Calvino, Italo
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- un suo soffio per portare via un bue. I contadini, a sentirla frusciare nei cespugli dopo il tramonto, battevano i denti e cascavano tramortiti, tanto che si diceva: La Maschera Micillina Ruba i buoi dalla cascina, Guarda con l'occhio storto, E ti stende come morto. I contadini la notte presero ad accendere dei grandi falò perché la Maschera Micillina non s'azzardasse a uscire dai cespugli
- Date
- 1993
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.13
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- della carovana voltato in una stoppia piazzano tende e paletti fatto il fuoco sotto il calderone stendono i fazzoletti. Il mulo legato con una corda attorno a un gelso mostrava i denti lunghi, col gregge, a quegli spuntoni. Finiti i lavori la donna, cavagna al braccio gira il paese gridando: «Tomini! ricotte!». davano il rustico accampamento per sbirciare agnelli, montone, muli della carovana, cani da pastore
- Date
- 2016
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- Videointervista a Giovanna Pero Verzetti (2° parte)
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- Raiteri, Piero
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- si frollavano bene, e allora, insalate con acciuga e cavoli tritati, ma anche sancrau con i salamini Giovanna Pero Verzetti Con i pomodori dell’orto d’estate si faceva la salsa in casa, cuocendola a lungo nella caudera. Erbe dei campi sì, specie i denti di cane. Quelli che avevano le vacche nella stalla facevano anche il burro Giovanna Pero Verzetti Tanti pescavano in Tanaro, con la barca o burcé. Le carpe
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- 2015
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- MovingImage
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- Evidenti tracce di felicità - pag.12
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- Yo Yo Mundi, Archetti Maestri, Paolo Enrico, Merico, Eugenio, Rapetti, Giovanni
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- , le eliche al posto delle ali Segni di luci al petrolio, di profumi prima dimenticati, poi perduti Di fiori recisi masticati coi denti da latte Lascia il tuo segno sognautore, che sia di chitarra, di scalpello o di tamburo Regala il tuo sogno al passato futuro Eccolo il tuo segno Omero cantastorie, di acqua che scorre veloce, ma senza fretta Di voci che hai chiamato suoni, di suoni che hanno sfiorato
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- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.187
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- , a casa tua, che mangiano e filano tu ridi, non ci vuole niente a ridere, solo la faccia l’occhio da vedere la bocca, vino da bottiglia. I denti manco necessari se te ne mancano mastichi con le gengive e il culo su una panca valgono più due cipollotti in compagnia che un piatto di agnolotti a casa, la gente va unita! Ragionamenti da vedovo?, scapolo?, maritato? da uomo stufo di sua moglie, esce a fare
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- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.166
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- i denti. Gente disposta a tutto pur di portare a casa qualcosa, poveri diavoli, ma anche speculatori, 53 r0908. Copia di testo dattiloscritto su foglio A4, s.d. (ma 1990). Dodici quartine di endecasillabi a rima baciata. 164
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.167
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- nel paese conoscere questo, quello, avere l’appoggio di amici piovevano qui da Alessandria, Genova, Torino gente con i parenti e gente che non conoscevi. A casa di Ammazzavacche, tutto aperto, delle torme dal treno di Cantalupo, la latta dell’olio a far cambio con qualcosa da mettere sotto i denti la micca di pane si regala, all’uomo vinto. Sia chi vuole, la fame è una bestia brutta cose che leggevi
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.69
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- Il pesco della vigna del Dugiu Una qualità così non l’avevano mai vista solo il Padreterno sa, lui, se era giusta delle pesche verdi come l’erba, pelose, grosse come la mano a piantarci i denti dentro manco capace il cane. A raccontarlo è Gianino, roba sua una pianta della sua vigna, testa-coda tre metri di fusto, poi il cespo, sono cose vere della vigna nel suo campo dal cimitero! Milleduecento
- Date
- 2016
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- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.73
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- La cavagna delle mele cotogne Profumo di limone, gusto acidulo, quasi di pesca da bambini li rosicchiavamo crudi coi denti arricciati per mangiarli aspetti novembre, il tempo della stufa accesa quella chitarra, gialla, cuoceva. Era il dottore della tosse, di quei frutti ne vedevi nei cortili, vicino al letame, lungo le rive d’inverno abbaiavano (tossivano) tutti, senza medicine fare dei decotti
- Date
- 2016
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