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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.169
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- il forno. Due concorrenti con il forno, Cino e Cagnoli paura uno dell’altro fallo senza parole se verranno quelli dell’Annonaria avranno i denti cantiamo «Vinceremo» col muso tinto. Quando trebbiavano il grano, se potevano, tutti ne imboscavano quelli dell’annonaria orbi, quando lo vuotavano il misuratore pieno toccava solo incurvarlo non segnava nulla, scaricarlo e di nuovo riempirlo. 167
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.91
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- potranno solo leggerli. Nel paese che ho conosciuto io ce n’erano tante una vigna o due a famiglia ne escono quante poco più poco meno facevano il loro [vino] da bere per non comprarlo in giro, pochi soldi diresti. La vigna un sovrappiù o poco ci manca resa è il grano, la meliga, il cortile e la stalla fosse come oggi è tanto che l’avresti sradicata quelle terre sono tutte grano, sarebbe sprecata. Venti
- Date
- 2016
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- Title
- Poeti in piemontese del novecento. Gallina Oreste (estratto) - pag.14
- Author
- Tesio, Giovanni, Malerba, Albina
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- / là c'è il gallo che fa il battacchio / che ci dà dentro fin che mi sveglia... // Là c'è il sole che mi fa sbrigare! / C'è la terra che mi spiccia! / Là c'è il grano che mi dà alla gola, che mi dà la voglia di lavorare! // E là, il cielo, o scuro o chiaro, / mentre qui se ne vede una spanna, / io, da un buco della mia capanna, / lo vedo fino, fino al mare! // Là tutto canta, tutto sincero
- Date
- 1990
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- Title
- Poeti in piemontese del novecento. Gallina Oreste (estratto) - pag.6
- Author
- Tesio, Giovanni, Malerba, Albina
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- , di sacchi di grano, / non bisogna mai finirla, / che sia polenta 'o pane. // Non bisogna mai finirla / ma la finisco io... / che la mia ragione l'ho detta. / Volevo dire questo: // 198
- Date
- 1990
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.183
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- , escono degli aliti assassini come quello che diceva Bagino, della tiritera infine ricordavano i gas della Grande Guerra. Se stenti a digerirlo l’aglio puzza «giallo pesta l’aglio» detto a uno rosso lo provoca lo piantavano tempo al grano, dopo ls mietitura lo coglievano cotto con i ceci perfino i morti godevano. 181
- Date
- 2016
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- Title
- Poeti in piemontese del novecento. Badalin Domenico (estratto) - pag.12
- Author
- Tesio, Giovanni, Malerba, Albina
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- a contra 'l cel... Ma j'heu trovà la cognission d'arbati: « Anlora ti ch'it sij?... Siti la Mòrt...?». O l'ha spondì la vos: « Ciammi parèi. Ma sbreujti ch'o l'é tard. Gav-ti da s'òrt. Dman a matin me speto dj'acc varèi... ». tirmi le mani / tormentate dal crampo, farsi strane, / come mi capita tagliando il grano. // Il canto si è spento vicino all'orto
- Date
- 1990
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.94
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- , cui fa subito seguito il tempo delle semine. Per i piccoli coltivatori con scarse risorse economiche e con poche braccia da lavoro, significava un periodo di attività forsennata, di fatica e di ansia continua per la sorte dei propri raccolti. La semina del grano, in particolare, appariva decisiva in quanto dai suoi risultati derivava in gran parte 31 r0738. Copia di testo dattiloscritto su foglio
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.185
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- Quella della cipolla Abbiamo raccolto le parole della cipolla studiato la gente, per conoscere malizia e fesseria partiamo fischiato il merlo, sinfonia preso il tono soffione dai colombi, cacofonia. Una foglia di zucca in testa, a masticare le fave sentirai alzarsi la musica delle zucche naso una carota, gli occhi due acini d’uva le braccia due mazzi di grano di un campo assolato. Prima di morire
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.110
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- e impiegate dalle massaie del paese per realizzare semplici e gustosi piatti. Trattandosi di pianta infestante, la sua raccolta, oltre allo scopo alimentare, contribuiva a proteggere la crescita del grano, fra le cui spighe e su particolari terreni sabbiosi tende a espandersi. L’opera di estirpazione veniva di solito affidata alle donne, vista anche l’opportunità di poterne ricavare un prodotto
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.193
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- ) La neve sul grano è manna per il pane brina e siccità il vuoto della cascina. Diavolo dell’anima o Dio solo è il pane delle streghe bisogna raccogliere gli scarafaggi come le formiche. Cantiamo i nostri borbottii, cuore della speranza per capire il futuro che viene, se pane ne avanza dal nostro osservatorio a contare gli anni senza burchiello, a studiare le sabbie di Tanaro. Qui a evocare dei volti
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.211
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- pavero rosso che sovrasta le spighe/ il grano prende il vento marino, diventa nero, non matura) 28. Pianta che predilige i terreni sciolti, il tarassaco (chiamato dente di cane nelle campagne alessandrine) veniva raccolto in primavera dai compaesani del poeta preferibilmente nei campi inondati in precedenza dalle piene del Tanaro. Le sue foglie, ottime per preparare appetitose insalate
- Date
- 2016
- Type
- text