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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.97
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- Guarda i tempi che seminavi a mano, discorso normale preso il pugno nella cavagna facevi il ventaglio venute le macchine da semina e il grano a file Damiano con la cavagna dove lo metti? A seminare troppo presto nasceva l’erba insieme tardare a seminare, se piove, nascono dei problemi viene molle, del fango, fin le ruote riempi senti Mario che te lo racconta, fa gli esempi. Quell’anno
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- 2016
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- Una faccia in prestito - pag.5
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- Conte, Paolo
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- tra Genova e Savona le girava in Spagna e il teatro cominciava così il suo sonno nei tempi moderni, dai tempi moderni avvilito, lasciato, abbandonato così. Anticamente era l’idea di un teatro in mezzo al grano come una bevanda sotto il sole… Ei pera… pera! Dorme un teatro, il sangue finto per il sogno di Vittorio, rosso come il vino del sipario… Ei pera… pera! Ei pera… pera! Ei pera… pera!
- Date
- 1995
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- Title
- Evidenti tracce di felicità - pag.13
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- Yo Yo Mundi, Archetti Maestri, Paolo Enrico, Merico, Eugenio, Rapetti, Giovanni
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- Listòrji ‘d Tani e Bèrb, dl’ èrba, dra stèila» «Qui la memoria ha scritto storie folli i sogni della gente, dei cani, l’abbaiare, le parole. Me le hanno dette i vivi per i morti, prima di scomparire storie del sole, della luna, dolce e amara. Storie di pesci, uccelli, carri, zampe di bestemmie e paternostri detti quante volte. Storie di un paese, del grano, della meliga Storie di Tanaro e Belbo
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.169
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- il forno. Due concorrenti con il forno, Cino e Cagnoli paura uno dell’altro fallo senza parole se verranno quelli dell’Annonaria avranno i denti cantiamo «Vinceremo» col muso tinto. Quando trebbiavano il grano, se potevano, tutti ne imboscavano quelli dell’annonaria orbi, quando lo vuotavano il misuratore pieno toccava solo incurvarlo non segnava nulla, scaricarlo e di nuovo riempirlo. 167
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.91
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- potranno solo leggerli. Nel paese che ho conosciuto io ce n’erano tante una vigna o due a famiglia ne escono quante poco più poco meno facevano il loro [vino] da bere per non comprarlo in giro, pochi soldi diresti. La vigna un sovrappiù o poco ci manca resa è il grano, la meliga, il cortile e la stalla fosse come oggi è tanto che l’avresti sradicata quelle terre sono tutte grano, sarebbe sprecata. Venti
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.78
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- ra pena e j’òs. Giald ’me ra baIa dl’ùav, is la riziavu queinta parigg mi mari ’d quand ch’il favu ’r paìz l’ìara luntan, d’invèr fiucava ma drìa ra lìaza e i bùa a scùara andava. «Turtöun, sorta di grossa pagnotta di farina di grano integrale che si cuoceva sotto la cenere calda del camino. Se era farina di grano mescolata a farina gialla di polenta, allora si chiamava pandòr; nulla più che un mazzero
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.167
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- La micca di pane La storia dei quattro gatti va avanti ancora? fintanto che il cervello va in malora tutti i giorni un pezzo, a raccontare vituperi teatro senza autori, di oggi e di ieri. Basta che si trovino due e comincia la cantilena il tempo, come va il mondo, invecchiare, la paura pagare tremila lire un chilo di pane? quando vendi a trecento lire quello che fai, il grano! Combinazione
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.111
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- Le donnette Bollite e schiacciate bene a farle in insalata da una grembialata ne esce mezza pentola o crude farne frittini, bisogna impastarle meglio in frittata, uova, carne e tritarle. Spuntavano quando venivano le rugiade della primavera al battere del sole, nel grano non puoi lasciarle fanno quel papavero rosso che sovrasta la spiga il grano prende il vento marino, annerisce, non matura
- Date
- 2016
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- Title
- La malora - pag.48
- Author
- Fenoglio, Beppe
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- a molto meno e ringraziare. Dovermene andare su due piedi e cercarmi da dormire come i vagabondi mi spaventò, e mi lasciò incapace di ragionare nel mio interesse; Tobia si accorse d 'avermi fatto effetto, si sfreddò e mi disse che saremmo tornati a discuterne, ma solo dopo il grano. E mi lasciò in mezzo all'aia, che non avevo combinato niente e forse gli avevo solo dato il mezzo di tenermi
- Date
- 1954
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- Title
- Fiabe piemontesi - pag.22
- Author
- Arpino, Giovanni
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- , lì presente, fa : «Scema. Io l'ho baciato per un garofano e tu ti neghi dopo il bene che hai avuto?». · A questo punto la fata madre di Mirabé la sente, si arrabbia, mangia la nuora e la figlia di Prezzemolina può sposare Mirabé. Fanno un pranzo e un pranzone sprecando mele e noci e grano, e a me che stavo dietro la porta me ne han suonate una sporta. La serva delle streghe C'era una volta
- Date
- 1982
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- Poeti in piemontese del novecento. Badalin Domenico (estratto) - pag.17
- Author
- Tesio, Giovanni, Malerba, Albina
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- perché... perché... / perché... se ho sempre soltanto lavorato... / Perché... se quando avevo quattro soldi // compravo un pezzo di terra da arare, / per far erba medica, grano, filari, granoturco ... / E Tu per premio mi lasci disgraziato ... / Mi lasci vivo a vedere la miseria // del mio corpo trascinarsi nella 329
- Date
- 1990
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.183
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- , escono degli aliti assassini come quello che diceva Bagino, della tiritera infine ricordavano i gas della Grande Guerra. Se stenti a digerirlo l’aglio puzza «giallo pesta l’aglio» detto a uno rosso lo provoca lo piantavano tempo al grano, dopo ls mietitura lo coglievano cotto con i ceci perfino i morti godevano. 181
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.177
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- . Con niente di niente andavi per fascina a spigolare grano, meliga, rami di rovo trebbiavano quattro o cinque coperte di spighe spigolate portate al mulino del pane bigio cuocevano. Due o tre galline tenevano, piluccavano in giro un piatto di minestra per loro, un bicchiere di vino, mai puro a colazione la minestra di ieri, riscaldata o i pezzi di polenta, sulla brace, avanzata. Bruciagnocchi quello che ha messo sotto
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.71
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- colpi e si ferma, ci pensa pianta giù un palo, la lega, della resistenza stiamo ancora a vedere, la primavera fa i fiori, e ’sta volta i frutti, sembra vero? I frutti sono quelli che dicevamo: si era offesa? Andavano manco a raccoglierli, guarda che resa venute le nebbie dell’autunno nasceva il grano foglie in terra, pesche verdi, pelose, dure. Un giorno che andava ad Alessandria a lavorare a fare
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.210
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- , chiamato popolarmente donnetta per via dei petali ripiegabili alla maniera di una gonna femminile, era una tra le erbe spontanee più appetibili. Oltre ad utilizzare le foglie commestibili della parte bassa dello stelo per preparare frittate o insalate, la sua raccolta serviva a liberare i campi di grano dalla sua presenza infestante e dannosa per una buona crescita delle spighe: Facc buji e schisà bèin
- Date
- 2016
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- Title
- Fiabe piemontesi - pag.25
- Author
- Arpino, Giovanni
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- al ballo ma la matrigna le ordina di contare i chicchi di grano che stanno in un sacco. Marion piange, arriva la Madonna, che conta lei i chicchi e così Marion può andare al ballo, dove il re sempre vuole ballare solo con lei. Capita così per tre volte, e nessuno mai vedeva dove sparisse Marion dopo il ballo, perché lei alla fine fuggiva gettando crusca negli occhi degli invitati. Alla terza sera il re
- Date
- 1982
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- Text
- Title
- Poeti in piemontese del novecento. Badalin Domenico (estratto) - pag.12
- Author
- Tesio, Giovanni, Malerba, Albina
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- a contra 'l cel... Ma j'heu trovà la cognission d'arbati: « Anlora ti ch'it sij?... Siti la Mòrt...?». O l'ha spondì la vos: « Ciammi parèi. Ma sbreujti ch'o l'é tard. Gav-ti da s'òrt. Dman a matin me speto dj'acc varèi... ». tirmi le mani / tormentate dal crampo, farsi strane, / come mi capita tagliando il grano. // Il canto si è spento vicino all'orto
- Date
- 1990
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.143
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- I buchi degli storni Fateci caso nelle case vecchie ai buchi degli storni a sentire Gianni bocche da respirare il calore ma Geppe dice che li lasciavano come richiamo per gli uccelli per salvare i coppi dai nidi, ti rovinavano il solaio. Teneva là meliga, grano e tutte le scorte con il buco del gatto per i topi, ti rosicchiavano il portico scarafaggi, ragnatele, camole e polvere con una scopa
- Date
- 2016
- Type
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