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- La malora - pag.58
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- Fenoglio, Beppe
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- all'indomani sono da tutt'un'altra parte. In una giornata si mettono in tasca cinquanta soldi e fino a tre lire e all'indomani ricominciano da un'altra cascina. - Però il grano si taglia solo una volta all'anno, - dissi io - Ma dà da fare per un bel po' anche dopo. Io so che i mietitori hanno il lavoro assicurato fino all'autunno, e sempre per via del grano; per due mesi
- Date
- 1954
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- Una faccia in prestito - pag.5
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- Conte, Paolo
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- tra Genova e Savona le girava in Spagna e il teatro cominciava così il suo sonno nei tempi moderni, dai tempi moderni avvilito, lasciato, abbandonato così. Anticamente era l’idea di un teatro in mezzo al grano come una bevanda sotto il sole… Ei pera… pera! Dorme un teatro, il sangue finto per il sogno di Vittorio, rosso come il vino del sipario… Ei pera… pera! Ei pera… pera! Ei pera… pera!
- Date
- 1995
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- Evidenti tracce di felicità - pag.13
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- Yo Yo Mundi, Archetti Maestri, Paolo Enrico, Merico, Eugenio, Rapetti, Giovanni
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- Listòrji ‘d Tani e Bèrb, dl’ èrba, dra stèila» «Qui la memoria ha scritto storie folli i sogni della gente, dei cani, l’abbaiare, le parole. Me le hanno dette i vivi per i morti, prima di scomparire storie del sole, della luna, dolce e amara. Storie di pesci, uccelli, carri, zampe di bestemmie e paternostri detti quante volte. Storie di un paese, del grano, della meliga Storie di Tanaro e Belbo
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.111
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- Le donnette Bollite e schiacciate bene a farle in insalata da una grembialata ne esce mezza pentola o crude farne frittini, bisogna impastarle meglio in frittata, uova, carne e tritarle. Spuntavano quando venivano le rugiade della primavera al battere del sole, nel grano non puoi lasciarle fanno quel papavero rosso che sovrasta la spiga il grano prende il vento marino, annerisce, non matura
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.115
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- La barlanda Io ho l’anima del grillo, mi va di cantarla cantare da solo o in coro, per chiamarla l’alba e il tramonto, la stella accesa lassù io canto il seme di barlanda che si infiora. Bisognava zappare le melighe intorno alla pianta zappare le terre del grano se ce n’era tanta bisognava riprendere alla svelta se pioveva zappare di nuovo, o cogliere quel che veniva. Foglie dentellate
- Date
- 2016
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- La malora - pag.14
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- Fenoglio, Beppe
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- cosa ho io nella mia mente-. Ma proprio allora la padrona mise le mani all'inferriata della cucina e ci gridò d'entrare a mangiare. Tobia le urlò : - Aspetta, bagascia. Stiamo parlando tra noi uomini -. E poi disse a Jano: - Ho in mente una dozzina di giornate, non di piú, ma tutte a solatio, da tenere mezze a grano e mezze a viti . Con una riva da legna e anche un pratolino
- Date
- 1954
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- La malora - pag.55
- Author
- Fenoglio, Beppe
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- All'epoca che tu sei a casa in vacanza io lassú ho il grano e poi le uve. Come l'altra volta si sentivano ogni cinque minuti, da dentro, delle scampanellate e tutte ci facevano fermare il discorso; finché suonò quella buona e lui dovette correre via. Prima ci baciammo sulle guance e io gli lasciai una lira perché si comprasse un po' per volta qualcosa che lo rallegrasse. Ritrovai
- Date
- 1954
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- Title
- La malora - pag.48
- Author
- Fenoglio, Beppe
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- a molto meno e ringraziare. Dovermene andare su due piedi e cercarmi da dormire come i vagabondi mi spaventò, e mi lasciò incapace di ragionare nel mio interesse; Tobia si accorse d 'avermi fatto effetto, si sfreddò e mi disse che saremmo tornati a discuterne, ma solo dopo il grano. E mi lasciò in mezzo all'aia, che non avevo combinato niente e forse gli avevo solo dato il mezzo di tenermi
- Date
- 1954
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.71
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- colpi e si ferma, ci pensa pianta giù un palo, la lega, della resistenza stiamo ancora a vedere, la primavera fa i fiori, e ’sta volta i frutti, sembra vero? I frutti sono quelli che dicevamo: si era offesa? Andavano manco a raccoglierli, guarda che resa venute le nebbie dell’autunno nasceva il grano foglie in terra, pesche verdi, pelose, dure. Un giorno che andava ad Alessandria a lavorare a fare
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.210
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- , chiamato popolarmente donnetta per via dei petali ripiegabili alla maniera di una gonna femminile, era una tra le erbe spontanee più appetibili. Oltre ad utilizzare le foglie commestibili della parte bassa dello stelo per preparare frittate o insalate, la sua raccolta serviva a liberare i campi di grano dalla sua presenza infestante e dannosa per una buona crescita delle spighe: Facc buji e schisà bèin
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.143
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- I buchi degli storni Fateci caso nelle case vecchie ai buchi degli storni a sentire Gianni bocche da respirare il calore ma Geppe dice che li lasciavano come richiamo per gli uccelli per salvare i coppi dai nidi, ti rovinavano il solaio. Teneva là meliga, grano e tutte le scorte con il buco del gatto per i topi, ti rosicchiavano il portico scarafaggi, ragnatele, camole e polvere con una scopa
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- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.49
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- che girano in fuori, uno che scivola mai bevuto un bicchiere con gli altri in compagnia. Contavano i muratori intenti a fargli l’alzata mai offerto una bottiglia di vino a ’sti camerati. Ha lucchettato l’orto, li ha visti mangiare la frutta un’avarizia così ci vuole proprio tutta. Dicono se la sia presa per il raccolto grandinato sul grano e sul resto, di lì a un mese è morto. La luna va nel pozzo girando
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- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.23
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- dritta. Fanno notte a battere il grano a casa di Gujermeta per cena ci sono i tagliolini, cucchiaio o forchetta? Scivolavano dal mestolo nel brodo di conserva quelli che han provato ridevano, niente che serva. Buttati giù interi e venuti lunghi fuori misura la padrona imbarazzata prova lei: «Siete gente da mangiare il latte nelle scodelle!» A Mario e Girolamo dalla fame gridavano le budelle. Tirando
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- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.51
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- I passerotti ’Sti giorni qui, a novembre, prima della neve in terra la caccia ai passerotti diventava guerra andando a rastrellare la foglia da dentro il grano vedevi i posti dove si radunavano a fare baccano. Voli che non finivano più, su ’sti gelsi le stoppie non lavorate, le vigne al Bujon Biagio dell’Osteria con due schioppettate ottantaquattro quelli caduti lì, pensa agli altri feriti
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- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.94
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- , cui fa subito seguito il tempo delle semine. Per i piccoli coltivatori con scarse risorse economiche e con poche braccia da lavoro, significava un periodo di attività forsennata, di fatica e di ansia continua per la sorte dei propri raccolti. La semina del grano, in particolare, appariva decisiva in quanto dai suoi risultati derivava in gran parte 31 r0738. Copia di testo dattiloscritto su foglio
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.185
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- Quella della cipolla Abbiamo raccolto le parole della cipolla studiato la gente, per conoscere malizia e fesseria partiamo fischiato il merlo, sinfonia preso il tono soffione dai colombi, cacofonia. Una foglia di zucca in testa, a masticare le fave sentirai alzarsi la musica delle zucche naso una carota, gli occhi due acini d’uva le braccia due mazzi di grano di un campo assolato. Prima di morire
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.110
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- e impiegate dalle massaie del paese per realizzare semplici e gustosi piatti. Trattandosi di pianta infestante, la sua raccolta, oltre allo scopo alimentare, contribuiva a proteggere la crescita del grano, fra le cui spighe e su particolari terreni sabbiosi tende a espandersi. L’opera di estirpazione veniva di solito affidata alle donne, vista anche l’opportunità di poterne ricavare un prodotto
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.163
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- La torta nella conca Diario delle foglie secche cadute per terra sotto i gelsi, gli ultimi, noi qui a rastrellarle foglie come noi, scritte dal Tempo, vicende che vorremmo conservare, ma sono da rendere. Coprivano il grano seminato, le bestie le mangiavano vacche, gelsi, i carri dove andavano scomparsi, come le tradizioni, perse, dimenticate delle foglie, come le parole, mai più adoperate
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.77
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- le mangiavamo senza zucchero, nel forno della stufa. Poi sono venuti altri tempi, frutta qui ne avevano tutti famiglie meno numerose, minori ristrettezze non tenevano manco l’orto una volta, viti, meliga, grano seminavano l’aglio, delle bocche, da lavorare a mano. Ma puoi raccontare le fatiche che ha fatto la gente? Manco col contatore della luce non le misuri. Ognuno ha il suo registro, esce dalle teste
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.211
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- pavero rosso che sovrasta le spighe/ il grano prende il vento marino, diventa nero, non matura) 28. Pianta che predilige i terreni sciolti, il tarassaco (chiamato dente di cane nelle campagne alessandrine) veniva raccolto in primavera dai compaesani del poeta preferibilmente nei campi inondati in precedenza dalle piene del Tanaro. Le sue foglie, ottime per preparare appetitose insalate
- Date
- 2016
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- text