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La malora - pag.71
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Author
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Fenoglio, Beppe
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. E quando uno credeva che avesse finito di far tutto, lei si metteva alla finestra all'ultimo chiaro e ci dava dentro a far solette, non si possono contare le solette che ci ha fatto. Mi ricorderò sempre che le rare volte che sbagliava una cosa aveva il vizio di succhiar giú l'aria come se si fosse punta con un ago, e allora si sentiva Tobia: - Stai piú attenta, o bagascetta -. Mangiava sempre da in piedi
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Date
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1954
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Title
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La malora - pag.12
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Author
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Fenoglio, Beppe
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dei suoi figli: mi faceva lavorare altrettanto e mi dava altrettanto da mangiare. A lavorare sotto Tobia c'era da lasciarci non solo la prima pelle ma anche un po' piú sotto, bisognava stare al passo di loro tre e quelli tiravano come tre manzi sotto un solo giogo. Almeno dopo tutta quella fatica si fosse mangiato in proporzione, ma da Tobia si mangiava di regola come a casa mia nelle gfornate piu
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Date
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1954
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.173
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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di Tanaro uguale in questa guerra qui dopo vent’anni Giovanna a cercare i pezzi [di legno], fare la fascina raccolti i pezzi di assi in giro, ne sapevi una? E di Felicino della Filippa sapevi qualcosa? raccontano che mangiava i bachi di sua madre Cesco lo ha visto, erano ragazzi, bravate? macché, gli piacevano proprio, non sono balle. A giornate di là da Belbo sotto i mucchi di bietole prendevano i topi
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Date
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2016
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Title
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Fiabe italiane - pag.25
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Author
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Calvino, Italo
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115 focaccia della figlia del Re». Ma la pietra era al di là del ruscello. Il pastore non ci badò, saltò il ruscello e le pecore gli vennero dietro. C'era l'erba alta, le pecore brucavano tranquille, e lui seduto sulla pietra mangiava la focaccia. A un tratto, sentì dare un colpo sotto la pietra, che pareva andasse giù il mondo. Il ragazzo si guardò intorno, non vide nulla, e continuò
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Date
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1993
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.49
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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Tufein, l’Americano Una volta c’era un uomo che andava giù da un pozzo ha trovato una pietra aguzza l’ha raccolta per salsiccia... Comperando quel pezzo di terra da pagare la gente non mangiava più per non cacare. Pomodori o peperoni, d’inverno mostarda buttando là quel boccone di polenta, il gatto lo guarda. Due figlie all’onor del mondo, ereditiere allevate in timor di Dio e tutte maniere
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Date
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2016
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.23
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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la sfoglia allora, con il gatto che miagola. Mette su un ceppo, pentola, gratta la stufa andando e venendo con le mani qualcosa nascondeva: rubava gli agnolotti crudi, pelava e mangiava l’ha pagata il gatto per lui, guarda come andava. Venuto vecchio l’asino di Vurpòt bisogna fargli la festa nella pelle dei salamini ci va anche la testa sono invitati Biagino e la Crivella un bottiglione da un quarto, cento
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Date
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2016
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.61
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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l’uovo che l’indovina. La pulce, se ti fa prudere il culo, ti piacerebbe acchiapparla morderla come il cane, la scimmia, capaci di mangiarla il gatto la batte con le zampe, dietro l’orecchia quelle sulla schiena le lecca, addenta e stritola. Il gatto sul sofà è una bambola pelato, cucinato, d’inverno, una cioccolata Scarpetta ne mangiava nel mese d’agosto gli anni della guerra, prima, dopo, beveva
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Date
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2016
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Type
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.60
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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er gat ra bat cor piòti, drìa l’urigia culi ’ns ra schèina ui lapa, dèincia e strigia. Er gat an su sufà a l’è na buata plà, camudà, da invèr, na ciculata Scarpeta na mangiava ’nt er mèis d’avust j’an dra uèra, prima, dòp, buiva cul must. Setèimber, tèimp dra cacia ’r gat scapava s’ul vig lé-’n-mèz cullà dau s-ciòp tirava: «Bastiàn, j’è ’r gat pendì, taca cul gabon!» Diz ch’i zantèju ’r quaji, cacè
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Date
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2016
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Type
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