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Title
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I penultimi - pag.9
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Author
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Fenoglio, Beppe
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da questa parte. Ora vieni. I5 Aveva tirato la tenda, si era accomodata sulla vecchia poltrona sgangherata, si era sfilata le ciabatte e ora io le passavo un fazzolettino sotto i polpacci. Puzzava forte di orina, nell'odore denso e acre della privativa si confondeva e si perdeva, ma nel retro veniva fuori tutta e netta.
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Date
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1978
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Title
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La malora - pag.75
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Author
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Fenoglio, Beppe
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voltandosi si spaventò come se io fossi uno spirito. - Cosa vuoi? - Che vieni fuori. - A far cosa fuori? - Due parole. - Facciamole dove siamo. - Qui non mi va, si sente troppo l'odore dei tuoi parenti Rabino. - Ma io ho da far cena. - Anch'io ho da governare le bestie. 75
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Date
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1954
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Title
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Fiabe piemontesi - pag.69
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Author
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Arpino, Giovanni
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». La ragazza dà a Giovannino dei soldi perché sparisca, ma lui la vuole. Prende i soldi, poi rimane. Li mettono tutti e tre a dormire assieme, ma quel principe che si era messo a mangiare e bere alla notte non sta bene, ha un cattivo alito. Invece Giovannino ha mangiato delle paste dolci, sa di un buon odore. Lei vorrebbe quel principe, vorrebbe star sempre girata da quella parte, ma non resiste e finisce
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Date
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1982
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Title
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Fiabe piemontesi - pag.50
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Author
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Arpino, Giovanni
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la mangia. Torna Tramontano e fa: « Sento odore di carne di cristiano ». La sposa lo prega: «Non mangiarmi, sono alla ricerca di mio marito, il figlio del re ». Tramontano la risparmia, anzi alla mattina le dona una mandorla dicendole di non schiacciarla se non in caso di gran bisogno. Poi la manda da suo fratello Maestrale, per aver notizie del figlio del re. Lei infila il secondo paio di scarpe di ferro
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Date
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1982
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Type
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Title
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Fiabe piemontesi - pag.45
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Author
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Arpino, Giovanni
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e subito annusando intorno fa: « Fumo fumo, sento odore di cavolfiore » . E la madre: « Non fare il matto, non c'è niente 118
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Date
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1982
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Type
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Title
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Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.178
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Author
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Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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. Questa pianta della famiglia delle Liliaceae, conosciuta dall’antichità e diffusa in tutte le culture per il suo bulbo dall’inconfondibile sapore e odore, offre lo spunto per raccontare e spiegare suoi utilizzi non gastronomici nella prima parte di questa poesia. Nella tradizione contadina dove lo stradinòm (soprannome) prevale sulle generalità anagrafiche di ogni soggetto (cfr. Telmon 2014), il riferimento
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Date
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2016
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Type
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