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- Title
- Poeti in piemontese del novecento. Bodrero Antonio (estratto) - pag.12
- Author
- Tesio, Giovanni, Malerba, Albina
- Text
- ; la neuit, ëspersa 'd lun-a, con le stèile. ma la vita è dura, / di denari non ce n'è guari e ci fanno dannare, / i denari fanno dannare i Piemontesi, / i Piemontesi che hanno disfatto le proprie radici; / per farci le radici ce ne sono voluti dei millenni, / ma per disfarle bastano i mesi». / Tutto finisce, e con lo spegnitoio / il chierichetto smorza le candele; / il Signore con l'olio
- Date
- 1990
- Type
- Text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.57
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- Per mangiarle bisogna farle spurgare in un recipiente cuocendo esce la schiuma, bianca, colla estratte con la forchetta fuori dal guscio taglia il pancione e trattale come ne hai voglia. Preparato il soffritto a casa di Mìaia con le patate le cucinano al verde, con la conserva, copri le tavole infarinate le arrostivano nell’olio di semi spurgato anche quello, allora, più buono di quello che pensi
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- La malora - pag.61
- Author
- Fenoglio, Beppe
- Text
- bacco da fumare tutta la festa, ti dànno licenza di ricevere i tuoi amici nella loro cantina, e non parliamo del vino, ma c'è sempre a disposizione un cestone di pane e un bariletto di peperoni sott'olio. È inutile, se hai per destino che Santo Stefano sia la tua festa, devi aggiustarti al largo. E là sono cascine grosse, madame di cascine, che hanno tutte cinque o sei servitori
- Date
- 1954
- Type
- Text
- Title
- Fiabe piemontesi - pag.16
- Author
- Arpino, Giovanni
- Text
- volta la fanciulla viene ugualmente a saperlo. Chiama i servi del re per un regalo. Davanti ai loro occhi pone le mani in una pentola, dice «pesce-pesce», le mani diventano pesci bei grossi, che vengono tagliati e cotti, mentre le mani ricrescono come prima. Raccontarono la vicenda e la quarta sposa, pur non essendo fatata come la prima, anche lei volle imitarla, mise le mani nell’olio bollente
- Date
- 1982
- Type
- Text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.65
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- », la sedia scricchiola, l’armadio ha paura. La corda del violino è nello scaldino c’è l’anima insanguinata della gallina i pezzi nella terrina, domani è festa c’è solo di mezzo la notte, la luna è desta. Imbuto e Ciabatte sbadigliano, il vuoto della madia venute le streghe a infarinarsi la ghigna offesa Carabattola, Lisca, Tutolo Aceto e Bottiglia-d’olio ridono da porci. «La madia è vuota!» «Mettici
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.47
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- abbia il verme, ma è crivella lavora per mangiare, per la padella. Si riprendevano ’sti mesi d’inverno con delle ribotte a casa sempre verze e cavoli, che son verze due volte. La cena che han ferrato l’anno, un vino come l’olio era pieno fin sopra le orecchie. Mario nessuno ci caga nel portafoglio giusto come il proverbio, «meglio caricarlo che riempirlo». Due mani d’acciaio, la pelle conciata alle intemperie
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.107
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- alle insalate oppure cotti a vapore e poi mangiati conditi con olio e sale. Gli steli fiorali raccolti a inizio marzo, previa leggera bollitura, possono arricchire il sapore delle frittate, così come gli asparagi selvatici. Un gustoso esempio di utilizzo in campo culinario viene citato nei versi dove la borragine veniva messa in tavola insieme a un altro cibo povero della tradizione, la polenta, pure
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.55
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- frequenza la superficie del liquido. A fine cottura, le chiocciole possono essere sgusciate e preparate in vari modi. Nei versi si cita la ricetta di Mìaia, una compaesana del poeta, che dopo aver preparato un soffritto con le patate le faceva cuocere al verde, oppure le infarinava e le arrostiva nell'olio di semi. Nella cultura contadina le lumache rappresentavano inoltre un indicatore
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.120
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- , oltre che in appositi locali e panetterie. Viene preparata con farina di ceci, acqua, sale e olio extravergine di oliva. Piatto italiano tipico di Genova, città dove prende il nome di fainà, è nota anche a Pisa come cecìna, e a Livorno come torta. 40 r0784. Copia di testo dattiloscritto su foglio A4, s.d. (ma 1989). Dodici quartine di endecasillabi a rima baciata. 118
- Date
- 2016
- Type
- text
- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.208
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
- Text
- fini cipolla e aglio messi dentro/ richiedevano una goccia d’olio e un pezzo di burro/ solo a rigirarli nel piatto il cuore si riempiva./ Ancora più buoni arrostiti, croccanti di farina/ un gusto da perdere le bave, fegato di gallina/ di polenta calda cotta nella brace/ profumo che non senti più, l’appetito lo annusa.) 21. Se poi eventi tragici come la guerra potevano spingere gli uomini non solo
- Date
- 2016
- Type
- text