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- Dalla terra alla tavola (parte 1). Abbandonare un sistema economico fallimentare per l'uomo
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- Porporato, Davide, Ghiardo, Luca, Abisso Matinella, Lidia
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- Dalla terra alla tavola (parte 1). Abbandonare un sistema economico fallimentare per l'uomo. Gianluca Zanetta L'agricoltura una risorsa per il Piemonte Gianluca Zanetta Da un modello economico industriale malato all'agricoltura Gianluca Zanetta Ristrutturare un cascinale per preservare e valorizzare un territorio Gianluca Zanetta Capre, fassone e agricoltura intensiva per una produzione completa
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- 2015
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- MovingImage
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- La malora - pag.14
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- Fenoglio, Beppe
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- . Quindi io sapevo i piani dei Rabino, e questo mi fece solo star male. Non me ne sarebbe fatto niente se con quel mio lavoro da galera io li avessi aiutati solo a togliersi la fame e il freddo, ma che mi pigliassero la pelle per arrivare a farsi roba loro proprio mentre a casa noi perdevamo il nostro bene tavola a tavola, questo mi mise l'invidia e un veleno nella mia stanchezza. Per certo che per far
- Date
- 1954
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- Title
- La malora - pag.26
- Author
- Fenoglio, Beppe
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- e due sue sorelle cogli uomini e i bambini, portarono a Ginetta i loro regali dentro delle scatole da scarpe. Io avevo paura, con un affanno che mi guastò la cerimonia giú a Trezzo, paura che con tutta quella gente invitata non ci fosse a tavola un posto anche per me, che non ero parente ma solo servitore, e mi ficcassero in un buco dove potevo anche essere qualche volta dimenticato invece si strinsero
- Date
- 1954
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.31
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- cominciati i lavori dei campi mollavano lì la tela alla sera chiudono gli occhi, col mangiare in tavola di rosari ne hanno già detti oggi, non aver paura. 29
- Date
- 2016
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- I penultimi - pag.11
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- Fenoglio, Beppe
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- Fenoglio state scendendo a vista d'occhio. Non siete più la famiglia d'una volta e ti dirò che questo mi conforta. - Bel modo di volerci bene, - dissi io. 7 - Si, mi conforta che decadiate sempre più, - proseguì lui sempre più appassionato, - perché si arriverà a un punto che le carte saranno tutte in tavola e tutte scoperte. E quando tuo nonno condurrà per mano Elsa in cortile, digiuna
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- 1978
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- Title
- La malora - pag.35
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- Fenoglio, Beppe
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- imbarazzava anche loro. Ci levammo da tavola che per la stagione era già tardi, il cielo metteva freddo nel filo della schiena a solo guardarlo da dietro i vetri, e si leggeva in faccia a tutti i nostri parenti il disgusto di dover far strada fino a casa per quelle langhe crude. Nostra madre voleva rifare il giro del caffè, ma non la lasciarono e dopo averci baciati uno per uno sulle guance montarono
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- 1954
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- La malora - pag.22
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- Fenoglio, Beppe
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- perché avremmo una buona volta allungato le gambe sotto una tavola che meritava. Come tutti su quella langa, io facevo Amabile l'uomo di Ginetta. Difatti i suoi di lei avevano dato licenza al sensale di quello d'Agliano e solo pi il sensale d'Amabile si faceva vedere al Pavaglione, ma erano le sue ultime visite; era già un po' di feste che dopo messa Amabile ac- compagnava Ginetta davanti
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- 1954
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- Title
- La malora - pag.49
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- Fenoglio, Beppe
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- e Baldino, ma io mi guardavo solo me, che poi non avevo il compenso della roba. Il mangiare era nella quantità di prima, solo a me sembrava sempre piú scarso perché mi trovavo in crescenza di corpo e di fatica. Fu in quell'epoca che rubai il salame: non avevo mai avuto tanta fame e un'occasione cosí, con nessuno in cucina e sulla tavola un culettino di salame che forse la padrona pensava
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- 1954
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- Title
- La malora - pag.80
- Author
- Fenoglio, Beppe
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- che ci sia a Castino. Io ero rimasto come un vitello dopo la prima mazzata. Che m'abbia portato in giro e che abbia voluto solo passare il tempo mentre stava da servente, nessuno me lo farà mai entrare. Piuttosto, presa alla sprovvista, abituata a chinar sempre la testa e senza me vicino che potessi darle la foza di rivoltarsi una volta per tutte, nella paura d'esser legata alla gamba della tavola
- Date
- 1954
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.197
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- Il torchio in piazza della Gambarina «La micca del tuo pane, goccia del tuo vino tu sai quel che bevi e mangi con nessun veleno» «Far colazione con dell’uva che ti ride in faccia fresca di rugiada della notte che il sole si mangia». Preparàte botti bigonce e damigiane riempite d’uva le cavagne, grappoli e acini tenuta da parte per mangiarla quella da tavola il resto le gambe pestano e pigiano
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- 2016
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- Dalla terra alla tavola (parte 2). La cipolla di Cureggio e Fontaneto, un'utopia che diventa realtà
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- Porporato, Davide, Ghiardo, Luca, Abisso Matinella, Lidia
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- Dalla terra alla tavola (parte 2). La cipolla di Cureggio e Fontaneto, un'utopia che diventa realtà. Gianluca Zanetta Cureggio antica realtà contadina Gianluca Zanetta Valorizzare la cipolla locale attraverso il progetto dei Presìdi Slow Food Gianluca Zanetta Una tesi di laurea sulla cipolla Gianluca Zanetta Storia della cipolla Gianluca Zanetta Il recupero della pianta, la costruzione
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- 2015
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- MovingImage
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.143
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- a questo, poi a quello, non sbagliano mai becco una volta?» Gli uccelli un raccolto come un altro della fame arretrata arrostiti, ben cucinati, altro che frittura «polenta e uccelletti!», festa grossa non uno a tavola con le mani in grembo. Figurati dei bambini stufi delle rape guardano nel piatto, uno dell’altro, come il cane con le bave succhiavano gli ossi, si leccavano le dita, muggivano mentre sui coppi le madri piangevano
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- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.116
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- di ortaggi: insalate, rapanelli, patate, asparagi… Ma anche piante da frutto qua e là e, di fronte a casa, l’immancabile pergolato con l’uva da tavola. Cesco ama la terra e, come una formica operosa, non è mai fermo. Lavorare la terra richiede amore, cura, dedizione, fatica: la terra va vangata, concimata, rastrellata, sarchiata… Ma i tempi cambiano, anche il paese non è più lo stesso: scomparsi i vecchi
- Date
- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.29
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- per riposarsi la tavola pronta per rifocillarsi. di baccelli, scossa nelle mani dei bambini, suonava come un tirso dei Coribanti ed ecco che, emergendo spontaneamente da chissà quale arcaica rimembranza culturale, scattava l’associazione con le anime dei morti che stanno sotto terra, al livello delle radici, e presiedono alla fertilità (divu ch’ j’è ’r j’anmi ’ndrèinta, ’vrivu sèinti / ra rèiz cicia sut tèra
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- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.23
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- Il gatto di Mario, la Crivella «Mamma fammi gli agnolotti!» A casa sua erano in dieci tutto l’anno quaresima, va bene se non va peggio: «Se vai a raccogliere ceppi di gelso ti faccio gli agnolotti!» Mario parte scalotto a spalle, sacco, accetta. Gelsi vecchi di duecento anni, di legna ce n’era alle undici ha riempito il sacco e torna indietro sua madre e sua sorella intorno alla tavola tagliavano
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- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.47
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- sul pianale di un carro, ne aumentavano la portata (di fieno, fascine, covoni o letame). Dire perciò a uno che era carià bercan-ni e stantarùari, significa che era pieno, sazio, stracolmo all’inverosimile. Uomo di fatica, temprato alle intemperie, aduso ad ogni sforzo fisico, Mario nutre un’avversione particolare verso gli ortaggi, tipo zucchine e verze, per la loro eccessiva presenza sulla tavola
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- 2016
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- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.129
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- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- e denari. Ordinano il bollito, lui e Mario del Plicon pane e bagnetto, bagnetto e pane, vino buono Ernesta un donnone grosso, fa conto Tognina perdeva la crocchia, esclama, ride, piange perfino. Mai visto mangiare così, due tipi da scommessa butta in tavola il piatto, coltello: «Prendete, tagliate spesso!» un quarto di una coscia, grande come le sue tette coi gatti attorno che ti miagolano le briciole
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.101
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- lo ha trovato l’indomani Binetta, dalla chiusa sotto un cespuglio che la corrente sfrega. Ma il pane di Natale ne ha altri ricordi d’allora degli inverni con le penne bianche sotto e sopra mangiare tutti riuniti, tavola nella stalla le bestie col ruminare, nessun peccato sulla spalla. 99
- Date
- 2016
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- Title
- Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti - pag.107
- Author
- Castelli, Franco, Emina, Antonella, Milanese, Piero
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- alle insalate oppure cotti a vapore e poi mangiati conditi con olio e sale. Gli steli fiorali raccolti a inizio marzo, previa leggera bollitura, possono arricchire il sapore delle frittate, così come gli asparagi selvatici. Un gustoso esempio di utilizzo in campo culinario viene citato nei versi dove la borragine veniva messa in tavola insieme a un altro cibo povero della tradizione, la polenta, pure
- Date
- 2016
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