Search results
-
-
Title
-
La malora - pag.75
-
Author
-
Fenoglio, Beppe
-
Text
-
diversità tra me e lui, e a tavola quasi ci spiava come se avesse paura che ci parlassimo con gli occhi; in piú, sovente parlava di Fede con suo fratello forte apposta perché sentissi anch'io, e diceva delle cose che per Fede come donna potevano essere dei complimenti ma che me mi ferivano dentro. Però una bella sera riuscii a portarmela da parte, una sera che Tobia e Jano erano andati a Torretta
-
Date
-
1954
-
Type
-
Text
-
-
Title
-
La malora - pag.39
-
Author
-
Fenoglio, Beppe
-
Text
-
nostra nonna e poi nostro nonno. I due vecchi erano seduti a tavola, ma non stavano contandosela; alla grigia cascava la testa e i rari momenti che la teneva su allora guardava di storto il suo uomo. Mio padre sapeva, come tuti a Monesiglio, perché le cascava la testa, e non c'era niente di straordinario che a quell'ora fosse già piena perché era passato vespro. Il vino gliel'avevano tolto
-
Date
-
1954
-
Type
-
Text
-
-
Title
-
La malora - pag.31
-
Author
-
Fenoglio, Beppe
-
Text
-
. Difatti. non l'ho piú visto vivo, e neanche Emilio, quantunque fosse arrivato un paio d'ore prima di me, lui aveva trovato un biroccio che l'aveva portato da Serravalle fino al passo della Bossola. Restai un po' solo con mio padre e poi scesi. Domandai a mia madre se aveva da parte i soldi per la sepoltura, ma lei mi disse che non n'aveva neanche per far cantare il prete e allora misi sulla tavola
-
Date
-
1954
-
Type
-
Text
-
-
Title
-
La malora - pag.22
-
Author
-
Fenoglio, Beppe
-
Text
-
perché avremmo una buona volta allungato le gambe sotto una tavola che meritava. Come tutti su quella langa, io facevo Amabile l'uomo di Ginetta. Difatti i suoi di lei avevano dato licenza al sensale di quello d'Agliano e solo pi il sensale d'Amabile si faceva vedere al Pavaglione, ma erano le sue ultime visite; era già un po' di feste che dopo messa Amabile ac- compagnava Ginetta davanti
-
Date
-
1954
-
Type
-
Text
-
-
Title
-
La malora - pag.80
-
Author
-
Fenoglio, Beppe
-
Text
-
che ci sia a Castino. Io ero rimasto come un vitello dopo la prima mazzata. Che m'abbia portato in giro e che abbia voluto solo passare il tempo mentre stava da servente, nessuno me lo farà mai entrare. Piuttosto, presa alla sprovvista, abituata a chinar sempre la testa e senza me vicino che potessi darle la foza di rivoltarsi una volta per tutte, nella paura d'esser legata alla gamba della tavola
-
Date
-
1954
-
Type
-
Text